Udine, 09 set - È triplice il percorso che la Regione sta seguendo sulla "vertenza Tocai" con l'Ungheria: "la prima riguarda la pressione sull'Unione europea perché riveda gli accordi con l'Ungheria; la seconda è invece la strada della ricerca di un accordo con l'Ungheria per una collaborazione concreta che consenta di riprendere anche il discorso sul Tocai; l'ultima è quella relativa - se tutto il resto fallirà - del cambio del nome del nostro vino e quindi delle azioni per promuovere e sostenere la nuova dizione".
L'assessore regionale alle Risorse Agricole, Enzo Marsilio, è stato molto chiaro, questa mattina nella conferenza stampa tenuta a Udine sulla questione del Tocai e rivendica all'azione di questo governo regionale "un'azione tempestiva e concreta per cercare di risolvere la questione", rispondendo implicitamente alle critiche venute in questi giorni da alcune parti politiche.
"Io non voglio fare polemiche sul nulla", afferma Marsilio: "basandomi sui documenti ufficiali posso dire che chi è all'opposizione oggi in Regione non ha fatto nulla o quasi quando era al governo, almeno fino al 2000. Dal 2003, quando ho assunto questo incarico, sono stati avviati subito contatti con il ministero delle Risorse Agricole e con la Commissione europea e gli altri organismi comunitari per ribadire la necessità di garantire continuità al Tocai Friulano, inserendolo almeno fra le 120 deroghe decise nel frattempo".
"Non solo - ha continuato l'esponente regionale - ma è stato anche ripreso il confronto a livello politico, diplomatico e tecnico con l'Ungheria per risolvere il contenzioso Tocai nell'ambito di una collaborazione complessiva con quel Paese. Devo dire che da parte del ministro Alemanno c'è stata piena, completa e convinta collaborazione, cosa che invece non sembra essere nelle idee del capo del Governo, se il 31 marzo 2002, in occasione di un incontro con il primo ministro ungherese, ha ribadito che l'Italia riconosce l'accordo del 1993 fra Ungheria e Unione europea".
Purtroppo tutti gli incontri sia a livello governativo sia a livello regionale con l'Ungheria non hanno ancora portato a nulla. Anche gli incontri delle ultime settimane del ministro Alemanno e degli assessori Marsilio e Iacop non hanno trovato riscontro da parte ungherese: "sembra pesare il clima elettorale di quel Paese - ha detto ancora Marsilio - e soprattutto la percezione delle questione Tocai come un fatto di appartenenza e di identità, più che tecnica o politica".
Da parte regionale, a questo punto, viene ribadito che comunque si andrà fino in fondo nel percorso legale e giuridico, attendendo l'esito dei due ricorsi attualmente in piedi; che non viene abbandonata la strada della collaborazione con l'Ungheria (ma quel Paese vorrebbe lavorare su progetti concreti, ad esempio sono molto interessati ad approfondire le positive esperienze del Friuli Venezia Giulia in materia di agriturismo, biologico, certificazione e rintracciabilità de prodotti); che nel contempo si sta lavorando sul nome alternativo, avendo trovato la disponibilità del ministro Alemanno per un progetto di promozione del nuovo nome da finanziare congiuntamente tra ministero e Regione, ma senza contributi alle singole imprese. Sulla quantità di questo finanziamento è ancora tutto da accertare e discutere. ARC/Nico Nanni