Poznan, 06 ott - "Si rischiava un negativo effetto domino nel Sud-Est Europa provocato dal ritardo nell'avvio dei negoziati di adesione della Croazia all'Unione europea".
"Ora però l'Assemblea delle Regioni d'Europa - ha dichiarato oggi Riccardo Illy presiedendo l'Ufficio politico dell'ARE a Poznan, capoluogo regionale della Wielkopolska, nel Nord-Ovest della Polonia - saluta con grande favore lo sblocco di questi negoziati, anche per quanto riguarda quelli di preadesione con la Serbia e Montenegro ed auspichiamo anzi che possano essere presto sviluppati anche i negoziati di associazione con gli altri Paesi del Sud-Est europeo, con la Bosnia Erzegovina, con la Macedonia e l'Albania".
A questa notizia positiva si accompagna però, è stato analizzato nell'odierna seduta dell'ARE a Poznan, il rammarico dell'Assemblea (che riunisce 250 realtà regionali di 30 nazioni europee) per la lentezza di Bruxelles nell'adozione del piano finanziario comunitario 2007-2013.
Osservando che questo tema, strategico per la nuova Europa a 25, non è stato nemmeno inserito nell'agenda delle discussioni del prossimo vertice del 27/28 ottobre dei capi di Stato e di Governo della Ue, l'ARE sottolinea oggi come appare impossibile attendere - per l'approvazione del prossimo budget comunitario - la presidenza austriaca dell'Unione che scatterà l'1 gennaio 2006: occorre affrontare immediatamente questo problema altrimenti, hanno indicato Illy ed il presidente della Wielkopolska, Stefan Mikolajczak, "c'è il rischio di condannare l'Europa ad anni di stagnazione economica e politica", nel contempo non andando a rispondere alle esigenze socio-economiche ed alle necessità di una vera coesione territoriale di un'Unione europea recentemente allargata.
E dire che proprio le decisioni circa i nuovi negoziati assunti dalla Commissione europea negli scorsi giorni parlano di "un nuovo slancio verso l'allargamento comunitario", segnala lo stesso presidente dell'ARE.
Si può invece probabilmente parlare, nota Illy, di una pausa di riflessione per quanto concerne l'iter di approvazione della nuova Costituzione europea ma di certo anche questo tema, seppur con tempi più lunghi, potrà essere ripreso perché la Ue resta un organismo sopranazionale di grande vitalità, necessario non solo per stabilire la pace in tutto il continente ma anche per favorirne lo sviluppo economico, sociale e culturale.
Uno sviluppo di stampo sociale, globale per tutta l'Europa, che oggi è stato affrontato dai lavori dell'ARE anche in vista del Social Summit della Ue, con le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali di tutta Europa (in programma a Londra il prossimo 24 ottobre), nella convinzione che l'adozione di un modello sociale europeo sia assolutamente utile per la crescita dell'intera comunità europea.
ARC - Roberto Micalli