Milano, 24 gen - Occorre concentrare in un unico soggetto tutte le competenze che riguardano il sostegno alle esportazioni delle imprese italiane, oggi frammentate fra l'ICE (Istituto nazionale per il commercio estero), le Ambasciate, il ministero delle Attività produttive, le Regioni e gli Enti locali. E questo soggetto non può che essere l'ICE.
Lo ha sostenuto il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Riccardo Illy che oggi, alla Fiera di Milano, è intervenuto alla tavola rotonda sul tema "Pubblico e privato: il successo delle iniziative comuni".
La tavola rotonda, coordinata dalla giornalista Sara Cristaldi del quotidiano economico "Il Sole 24 Ore", è stata promossa nell'ambito della Convention 2006 dell'ICE in corso in questi giorni a Milano, sul tema "La competitività del made in Italy nel mercato globale. Il ruolo dell'ICE nel sistema Italia".
Accolto dal presidente dell'ICE Umberto Vattani, Illy ha discusso sul tema della tavola rotonda assieme al sottosegretario alle Attività produttive Mario Valducci e a rappresentanti di organismi pubblici e privati che si occupano di internazionalizzazione delle imprese.
Un problema generale del nostro sistema-Paese, ha sostenuto Illy, è la "resistenza al cambiamento", accanto ai molti livelli istituzionali, a un sistema giuridico estremamente complesso e a competenze distribuire fra più soggetti. Più volte, ha ricordato il presidente, sono state avanzate proposte per concentrare tutte le attività di sostegno all'export nell'ICE, ma sempre "si sono diffusi gli anticorpi".
In attesa di arrivare a un soggetto unico, come punto di riferimento per le nostre imprese quando si affacciano sui mercati esteri, è necessario - secondo Illy - intanto operare secondo il principio costituzionale della leale collaborazione fra istituzioni.
Per vincere la concorrenza dei Paesi in cui il costo dei fattori produttivi è molto più basso di quello italiano occorre, secondo Illy, sostenere le esportazioni di quelle imprese che, per il contenuto di conoscenza dei loro prodotti (tecnologico e/o estetico), possono essere competitive anche su quei mercati, come la Cina, dove sta emergendo una classe di consumatori affluenti.
Se è necessario che il sostegno pubblico all'export sia razionalizzato, anche le nostre aziende, caratterizzate da una dimensione piccola e piccolissima, devono - ha sostenuto il presidente del Friuli Venezia Giulia - puntare sull'innovazione e associarsi per costruire reti commerciali adeguate, superando l'individualismo degli imprenditori italiani.
ARC/Paolo Fragiacomo