Trento, 01 giu - Non sono soddisfatte le Regioni a statuto speciale del loro attuale rapporto con lo Stato che di fatto, è emerso oggi alla giornata inaugurale del Festival dell'Economia di Trento dedicato in particolare ad "Autonomie e Sviluppo locale", non pare vedere in queste realtà una vera ricchezza.
Le Regioni e le Autonomie invece rappresentano una risorsa, la via giusta per lo sviluppo e, quindi, una strada che non ha alternative hanno confermato i presidenti delle "speciali" del Trentino (promotore della manifestazione), del Friuli Venezia Giulia e della Sardegna, al forum al quale sono anche intervenuti l'ex primo ministro della Scozia, Henry McLeish, e Massimo Bordignon, docente di Scienza delle Finanze all'Università Cattolica di Milano, "moderati" dal giornalista economico di Rai TG2 Dario Laruffa. Non a caso proprio il presidente del Friuli Venezia Giulia ha ricordato lo sviluppo della sua regione, che ha avuto la capacità di passare da un'economia a carattere prevalentemente agricola, caratterizzata da una fortissima emigrazione, dapprima ad un'economia industriale ed ora all'era della conoscenza anche grazie al suo Statuto di autonomia ed ai relativi maggiori poteri, e non tanto grazie alle maggiori risorse attribuite.
L'autonomia dunque genera crescita, se "fatta bene e se esiste un rapporto robusto tra spesa e finanza locale", ha indicato Bordignon, ed a questo proposito il presidente del Friuli Venezia Giulia ha voluto ricordare la sperequazione oggi esistente tra le realtà speciali italiane: il Friuli Venezia Giulia, ha spiegato, è quella trattata in modo peggiore, incassando dallo Stato un gettito erariale che varia dal 45 all'80 per cento (Ires, Ire ed Iva) rispetto alle altre che giungono ad una quota dal 90 al 100 per cento.
Oggi se si vuole, come ha espresso il neo presidente del Consiglio dei ministri - ha citato il presidente della Provincia di Trento - che il Paese si rimetta in moto a partire dal territorio, una "ricetta" da utilizzare ed estendere a Regioni ed Enti locali è quella della compartecipazione al gettito erariale, che comporta una coincidenza tra la solidarietà (uno dei doveri) e la responsabilità, ed allinea tutte le istituzioni nel perseguimento dello sviluppo socio-economico del territorio e, anche, nella lotta all'evasione fiscale, ha indicato il presidente del Friuli Venezia Giulia.
Se per il governatore della Sardegna - in questo scenario che vede l'autonomia tradursi di fatto in maggiori capacità - un altro punto fermo è quello di una "minor autonomia (se intesa come polverizzazione dei poteri) ma maggior sovranità" sul proprio territorio, allora occorre che dal punto di vista della gestione delle risorse venga ridisegnato l'attuale assetto del Patto di stabilità per le Regioni speciali e le Province autonome; per il presidente del Friuli Venezia Giulia infatti è necessario che lo Stato giunga a degli "accordi bilaterali" con queste realtà, mentre la Finanziaria dello Stato sia chiamata a regolare il Patto di stabilità solo con le Regioni ordinarie.
In questo contesto, ha proseguito il presidente, più che opportuno sarebbe poi il trasferimento diretto delle risorse dallo Stato alle Regioni, senza passare - come oggi accade, ad eccezione della Sicilia - attraverso l'incasso dei tributi da parte dell'Agenzia delle Entrate, il loro trasferimento a Roma e la successiva (peraltro anche a distanza di alcuni anni, ha sottolineato) restituzione delle quote di competenza.
Resta infatti la sensazione, per il presidente del Friuli Venezia Giulia, che i poteri costituzionali delle Regioni speciali siano dunque talvolta calpestati.
ARC/RM