Aosta, 26 feb - Le Regioni a Statuto speciale costituiscono un punto di riferimento in Europa per la convivenza e la tutela delle minoranze, ma anche un modello di federalismo, di buona amministrazione e di sviluppo economico.
È quanto emerso oggi ad Aosta in occasione delle celebrazioni per il 60.mo anniversario dell'autonomia della Regione Valle d'Aosta e il 58.mo della approvazione del suo Statuto speciale.
Alla cerimonia, che si è svolta nell'auditorium del palazzo della Regione, ha partecipato anche il presidente del Friuli Venezia e dell'ARE (Assemblea delle Regioni d'Europa) Giulia Riccardo Illy, su invito del presidente della Valle d'Aosta Luciano Caveri.
Lo Statuto della Valle d'Aosta fu promulgato dal Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola come legge costituzionale il 26 febbraio del 1948, ma già da due anni la regione aveva ottenuto un'ampia autonomia. Il Consiglio regionale, composto da 25 membri, si riunì infatti per la prima volta il 10 gennaio del 1946 per eleggere il presidente e la Giunta di cinque membri. Primo presidente della Valle d'Aosta fu l'insigne storico aostano Federico Chabod, lo storico dell'idea di nazione e dell'idea di Europa.
Il modello di autonomia speciale, come è emerso nel corso della cerimonia di Aosta, è oggetto in questo periodo di attacchi in Italia, soprattutto di fronte alle iniziative di alcuni Comuni di confine che si propongono di passare da Regioni ordinarie a Regioni speciali.
La Costituzione italiana, così come modificata nel 2001, è stato rilevato, prevede tuttavia già oggi forme differenziate di poteri anche per le Regioni ordinarie, così come la compartecipazione delle stesse Regioni e degli Enti locali al gettito erariale. Le Regioni ordinarie dovrebbero quindi adoperarsi affinché questa parte della Costituzione venga pienamente attuata.
Il vantaggio competitivo dell'Europa, è stato rilevato, è costituito proprio dalla compresenza e dal confronto fra diverse lingue e culture. In questo senso Regioni come la Valle d'Aosta, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige, con le loro minoranze, rappresentano un "frattale" dell'Europa.
Nel processo di integrazione dell'Unione europea, le Regioni possono d'altra parte svolgere - è stato detto - un ruolo cruciale, soprattutto di "cucitura dei confini" fra i vari Paesi membri. Da questo punto di vista, è stato proposto l'esempio del progetto di Euroregione transfrontaliera promosso dal Friuli Venezia Giulia, assieme a Carinzia, Veneto, Slovenia e Istria croata.
Dalla cerimonia di Aosta è emerso l'auspicio che il futuro Governo italiano ponga maggiore attenzione alle Regioni, valorizzandole sia all'interno che sul piano europeo.
Prima della manifestazione ufficiale, vi è stato un incontro con la Giunta della Valle d'Aosta, nel corso del quale sono stati ricordati i numerosi progetti avviati in comune con il Friuli Venezia Giulia in diversi settori. Ulteriori scambi di esperienze sono stati concordati per quanto riguarda le politiche dell'innovazione ed i programmi di sviluppo della montagna.
Al termine è stato raggiunto in elicottero e visitato il Forte di Bard, un complesso di origine medievale dismesso nel 1975 dal demanio militare, recentemente acquistato e ristrutturato dalla Regione Valle d'Aosta, per farne un polo culturale internazionale.
ARC/PF