Bruxelles, 09 mar - Le Regioni rappresentano l'"interfaccia ideale" tra le istituzioni dell'Unione europea e i cittadini, nella prospettiva di consolidare l'integrazione tra i Paesi membri e di rilanciare il processo di allargamento.
È questo il messaggio che l'Assemblea delle Regioni d'Europa (Are) ha voluto trasmettere all'Unione europea, impegnata in questa fase a promuovere proprio la comunicazione e il dialogo con i cittadini.
L'argomento è stato al centro del colloquio, svoltosi oggi nella sede della Commissione europea a Bruxelles, tra il presidente dell'Are e della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, e la vicepresidente della Commissione, Margot Wallstroem, commissario per le Relazioni istituzionali e per la Comunicazione. Dell'Are fanno parte, come è stato ricordato, oltre 250 Regioni, anche di quei Paesi, come la Croazia, che hanno iniziato il loro percorso per aderire all'Unione.
La discussione ha preso le mosse da due documenti recentemente elaborati dall'Unione: il Libro bianco sulla Politica di comunicazione europea, definito lo scorso primo febbraio, e il cosiddetto "Piano D" (Democrazia, Dialogo, Dibattito), lanciato dalla Commissione nell'ottobre del 2005. In entrambi i testi si mette in luce il ruolo fondamentale delle autorità regionali e la necessità, per le istituzioni dell'Unione, di agire sempre di più capillarmente sul piano locale.
Da parte dell'Are è stato sottolineato come attraverso le Regioni venga speso non meno del 40 per cento delle risorse dell'Unione; le istituzioni regionali sono inoltre responsabili, per il 70-80 per cento, della concreta applicazione delle direttive e delle politiche comunitarie. Inoltre, i Governi regionali sono eletti direttamente dai cittadini ed hanno quindi, a differenza della Commissione, piena legittimità ai loro occhi.
L'Unione europea, è stato rilevato da parte dell'Are, ha raggiunto negli ultimi anni traguardi eccezionali (mercato unico, libera circolazione dei cittadini, euro, allargamento), che hanno avuto un impatto positivo sulla qualità della vita, per esempio attraverso il miglioramento delle infrastrutture, dei servizi, dell'ambiente. È tuttavia mancata un'adeguata comunicazione di questi aspetti positivi ai cittadini, come ha dimostrato la recente bocciatura della nuova Costituzione europea in Olanda e in Francia.
La politica di comunicazione dell'Europa non avrà quindi successo, è stato sottolineato, senza un diretto coinvolgimento delle Regioni. Esse dispongono tra l'altro una puntuale conoscenza dei mezzi di informazione locali (stampa, radio e televisione) al contrario delle istituzioni di Bruxelles, che risultano lontane e poco ramificate.
Alla vicepresidente della Commissione, l'Are ha consegnato un documento sul ruolo delle Regioni in Europa, nel quale si sottolinea fra l'altro come alle tre "D" (Democrazia, Dialogo, Dibattito) del Piano approvato nell'ottobre scorso, ne debba essere aggiunta una quarta: Decentramento. Nel documento elaborato dall'Are sono contenute anche 22 "raccomandazioni", volte a creare dei momenti di comunicazione e di interscambio nei due sensi tra cittadini e istituzioni dell'Unione.
L'incontro ha fornito anche l'occasione per illustrare le numerose iniziative dell'Are, dalla formazione dei funzionari ai momenti di incontro tra i giovani, che coinvolgono direttamente nel corso dell'anno le Regioni associate, contribuendo così a tradurre il sentimento europeo non solo nelle lingue ma anche nelle culture e nei modi di vita locali.
La vicepresidente della Commissione ha assicurato un maggiore coinvolgimento delle Regioni, e dell'Are in particolare, proprio di fronte alla strategia avviata dall'Unione di agire sempre di più sul piano locale per rilanciare il processo di integrazione attraverso una migliore politica di comunicazione.
ARC/Paolo Fragiacomo