Roma, 18 ott - Da Illegio a Roma. Dal successo delle 30 mila presenze in cinque mesi nel piccolo paese in comune di Tolmezzo alla vernice prestigiosa nel salone Sistino dei Musei Vaticani: è un evento internazionale d'arte che non si arresta la mostra "Apocalisse - L'ultima rivelazione", inaugurata oggi alla presenza del segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone. Visitabile fino al 7 dicembre, l'esposizione risulta arricchita dall'apporto di altri capolavori vaticani firmati da Cosmè Tura, Guido Reni, Luca Giordano, Henri Matisse. Fra le rarità tre preziosi codici altomedievali, da Treviri, Manchester e Lucca; una serie di antiche icone, tra le quali spicca il maestoso "Salvatore in trono" della scuola di Novgorod da Mosca, i reliquiari da Aquileia, Tournai ed Aquisgrana, la serie di sedici incisioni di Albrecht Duerer da Bassano del Grappa. La delegazione del Friuli Venezia Giulia, rappresentata dall'arcivescovo di Udine, mons. Pietro Brollo, dal presidente del Comitato di San Floriano - promotore dell'evento - mons. Angelo Zanello, dal curatore scientifico, don Alessio Geretti e, per la parte istituzionale, dall'assessore regionale per le Relazioni Internazionali e Comunitarie, Franco Iacop, dal presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini, accompagnati dal consigliere regionale e presidente della V Commissione Antonio Martini, dal sindaco di Tolmezzo, Sergio Cuzzi, e dal presidente della Comunità montana della Carnia, Lino Not, è stata accolta dal neo cardinale Giovanni Lajolo, governatore della Città del Vaticano, e dal direttore dei Musei Vaticani, Francesco Buranelli. Tra i presenti, l'ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Antonio Zanardi Landi, gli onorevoli friulani Angelo Compagnon e Ivano Strizzolo, il presidente dell'Ente Friuli nel mondo, Giorgio Santuz, il prefetto di Udine, Lorenzo Cernetig, l'arciprete di Tarcento, mons. Duilio Corgnali. La mostra "Apocalisse - L'ultima rivelazione", ispirata dall'omonimo libro di San Giovanni, giunge dunque a Roma arricchita di nuovi capolavori che hanno fatto rileggere l'ultimo libro della Bibbia attraverso codici, tele, tavole lignee, sculture, oggetti di oreficeria, incisioni e disegni creati dal IV al XX secolo, dimostrando "la straordinaria vitalità e le molteplici possibilità di ispirazione del libro biblico", ha rilevato lo stesso Buranelli, sottolineando come "le opere tratte dalla collezione di antichità cristiane dei Musei Vaticani ben si affiancano a due altri reperti del primo cristianesimo già presenti nella mostra di Illegio: il celebre rilievo aquileiese con la concordia degli apostoli Pietro e Paolo e la 'cattedra di San Marco' della cattedrale veneziana, un vero monumento apocalittico". Tanti gli artisti, i geni e le botteghe che durante tutta la storia dell'arte sono rimasti suggestionati dal tema: tra gli altri, Albrecht Duerer, Guido Reni, El Greco, Alfonso Cano, fino a Salvador Dalì e Giorgio De Chirico. L'allestimento, con opere giunte dal Louvre, dal Centre Pompidou, dal Musée de Cluny di Parigi, dal Thyssen-Bornemisza di Madrid, dalla Galleria Tret'jakov di Mosca, dai Musei nazionali di Budapest e di Varsavia, si articola in undici sezioni: Giovanni a Patmos; La Visione di Cristo; Il trono e l'agnello; I due testimoni; La donna vestita di sole; San Michele e Lucifero; Il giudizio finale; La Gerusalemme celeste; Codici; Apocalypsis in figuris; L'Apocalisse del XX secolo. "Le opere in mostra permettono di ripercorrere geografia e storia artistiche e spirituali d'Europa, nell'intreccio delle tradizioni d'Occidente e Oriente", ha ricordato il curatore, don Geretti. Al termine della cerimonia inaugurale è stato offerto, con il contributo della Regione, un ricevimento a Palazzo Ferrajoli. ARC/Elisabetta Pozzetto