ILLY A CONVEGNO SU PROSPETTIVE UNIONE EUROPEA

Trieste, 08 ott - Le Regioni possono svolgere, anche grazie ai nuovo strumenti per la cooperazione transfrontaliera e internazionale, un ruolo fondamentale di "collante" dell'Europa in attesa che, superato l'attuale momento di difficoltà, si apra la terza fase del cammino europeo. Una fase che, dopo l'istituzione prima della CEE e poi della UE, dovrà portare alla formazione di una vera e propria Confederazione fra Stati. Lo ha sostenuto il presidente della Regione Riccardo Illy che, oggi a Trieste al Teatro "Verdi", ha concluso i lavori del convegno "L'Europa a un bivio? Crisi e prospettive dell'Unione europea", organizzato nell'ambito delle iniziative del Circolo della cultura e delle arti. Nel corso dei lavori, sul tema dell'Europa si sono confrontati politologi, giuristi e storici. Per aprire la terza fase è tuttavia necessario, come nelle due fasi precedenti, che sia chiara la minaccia che incombe sul destino dell'Europa e che emerga un vero leader. Per ora la minaccia si intravede, ed è costituita da un lato dalle sfide e dalle opportunità della globalizzazione, dall'altro dalla progressiva perdita di leadership mondiale, sia economica che politica, da parte della superpotenza americana. Sotto la spinta di Jacques Delors, l'Europa ha conseguito in pochissimi anni risultati straordinari, da alcuni considerati addirittura impossibili: il mercato unico nel 1993, gli accordi di Schengen sulla libera circolazione delle persone nel 1997, l'unione monetaria nel 1999, il "big bang", vale a dire l'allargamento a dieci nuovi membri, nel 2004. "Che l'Europa - ha detto Illy - stia adesso attraversando un momento di difficoltà, una pausa di riflessione, non ci deve quindi sorprendere più che tanto. Del resto, la stessa Costituzione americana era stata all'inizio bocciata, poi riscritta e quindi definitivamente approvata. Non facciamone dunque una malattia". La direttrice del cammino che l'Europa deve riprendere, ha osservato Illy, è comunque chiara: approfondimento e allargamento. Approfondimento significa puntare a una vera politica estera e di difesa comune, ma anche realizzare un unico mercato del lavoro e previdenziale, una armonizzazione dei sistemi sanitari. Per quanto riguarda l'allargamento, bisogna secondo il presidente non solo guardare a Est (Ucraina, Russia, Europa del Sudest, Turchia), ma anche alla sponda Sud del Mediterraneo, non necessariamente con l'adesione dei Paesi di quest'area all'Unione europea, ma con accordi di associazione. Se la minaccia della globalizzazione non è ancora del tutto chiara ai politici e ai cittadini, una cosa comunque è certa, secondo Illy. Per affrontare le sfide dell'economia globale e dell'era della conoscenza, l'Europa parte avvantaggiata grazie alla "diversità", alla compresenza sul continente di lingue, culture e anche religioni diverse che permettono agli europei di essere più creativi. ARC/PF