ILLY, CORTE EUROPEA DARA' RAGIONE A FVG SU TOCAI

Capriva del Friuli, 30 ago - Gli atti comunitari che vietano al Friuli Venezia Giulia l'uso del nome "Tocai friulano" sono un errore giuridico, un accordo tra la Ue ed un suo membro. Il nome fa parte della storia, della cultura, delle tradizioni di questa regione. E' un bene dei vitivinicoltori e di tutti i cittadini. Un bene che abbiamo difeso in tutte le sedi fino all'ultimo. Ora aspettiamo la sentenza della Corte europea che non può che essere positiva e favorevole al Friuli Venezia Giulia. Riccardo Illy, presidente della Giunta regionale, ha espresso con forza queste sue convinzioni rispondendo ai produttori che affollavano la sala convegni di Villa Russiz a Capriva del Friuli dopo la vendemmia al mattino del "blanc furlan", il vino ricavato dai vitigni del Tocai che, frutto della collaborazione tra Ersa e Villa Russiz, diventerà, assieme al "neri furlan", il vino di rappresentanza del presidente della Regione. Il presidente di Villa Russiz, Silvano Stefanutti, ha chiesto che la Regione dia all'innovazione in agricoltura lo stesso valore e il sostegno finanziario che le attribuisce nel settore industriale e ha fatto da moderatore al dibattito. Luigi Soini, presidente delle Cantine Produttori di Cormons, Pierluigi Comelli, presidente del Consorzio Colli Orientali, Stefano Trinco, presidente di Federdoc, Giulio Colomba, vicepresidente mondiale di Slow Food, Piergiovanni Pistoni, presidente nazionale del settore vitivinicolo di Confagricoltura, e Marco Felluga, storico produttore del Collio, si sono focalizzati su tre problemi: la querelle del Tocai, l'utilizzo della manodopera avventizia nel corso della vendemmia e la riduzione del numero dei Consorzi e/o delle zone doc della regione. Ribadita la sua fiducia in una risposta positiva della Corte europea, Illy, ricordando che lo scorso anno l'80 per cento del Tocai è stato venduto in Friuli Venezia Giulia ed il 90 per cento in Italia, ha confermato che, in caso di sentenza negativa, sarà comunque consentito l'utilizzo del nome Tocai friulano sul suolo nazionale e quello del sinonimo Friulano all'estero. Il presidente ha dichiarato di condividere la scelta dei due terzi dei produttori che chiedono il passaggio all'uso del sinonimo Friulano, ma ha anche dichiarato di voler rispettare l'esigenza del rimanente terzo dei produttori, che preferisce utilizzare la dicitura Tocai friulano perlomeno sul mercato italiano, dove tale scelta è consentita dagli accordi Trips. Per quanto riguarda la manodopera destinata alla vendemmia, Illy ha ricordato l'impegno suo e dell'assessore regionale al Lavoro Roberto Cosolini per trovare una soluzione che soddisfacesse i produttori. "Eravamo convinti di aver ottenuto un buon risultato - ha detto, confermando di voler risolvere positivamente la questione - e sinceramente non capisco quale sia stato l'inghippo giuridico che non ha consentito l'emanazione del decreto ministeriale che ci avrebbe permesso di risolvere il problema; Regione e Inps regionale erano già pronti ad agire in base agli accordi presi". Infine, la riduzione delle aree doc. Posto che la faccenda dell'accorpamento dei Consorzi va considerata in prospettiva e tenendo conto che a livello europeo si sta predisponendo la riorganizzazione giuridica di tutto il mondo del vino, Illy ha ribadito che è ormai necessario arrivare ad un massimo di tre aree doc (Collina, Pianura, Carso). Volendo conservare inalterate le 9 zone attuali, bisogna perlomeno scegliere un nome unico, come Friuli Venezia Giulia o, al massimo, Friuli e Venezia Giulia. "Altrimenti - ha detto il presidente invitando i produttori a fare le loro proposte in proposito - non riusciremo a raggiungere la massa critica necessaria a penetrare i mercati esteri". Una penetrazione da attuare, ha detto Illy, anche avviando sinergie promozionali con i produttori dell'area slovena di Brda, presenti oggi al dibattito con il presidente Ales Kristancic, il produttore Movia e il direttore delle cantine produttori di Cateldobro, Silvan Persolja. ARC/Luciana Versi Zambonelli