Cergneu, 21 lug - La riscoperta di un importante reperto della
storia medievale friulana che verrÖ inserito tra le attrazioni
turistiche della regione e diventerÖ anche sito suggestivo per
concerti e spettacoli teatrali all'aperto.
E' quanto si ß proposto il progetto di recupero del sito
archeologico del castello di Cergneu, in comune di Nimis, i cui
lavori di recupero sono stati illustrati oggi
dall'amministrazione comunale alla presenza del presidente della
Regione, Riccardo Illy.
I resti, ancora imponenti con la torre, il mastio e parte della
cortina, si raggiungono percorrendo l'antica stradina castellana
attraverso il bosco, oltre la quale si trova anche la chiesetta
dei Santi Pietro e Paolo, fondata nel 1323.
Il recupero conservativo e la valorizzazione storico culturale
del castello, di cui esiste un'unica raffigurazione redatta da
Vincenzo Joppi sulla base di una copia tratta da un originale
della seconda metÖ del XVI secolo e conservata al museo Correr di
Venezia, assume un significato importante non solo per l'identitÖ
del luogo, in quanto rappresenta un interessante esempio di opera
munita secondo lo schema dei più antichi fortilizi friulani, ma
anche dal punto di vista turistico e della valorizzazione del
territorio.
Il sito diventerÖ, infatti, sede per concerti e spettacoli
teatrali e verrÖ inserito all'interno dell'itinerario previsto
dal Consorzio Dolce Nord Est, che raggruppa dieci comuni, la
ComunitÖ montana, la Provincia di Udine per sviluppare
l'attrattivitÖ turistica della zona.
"Esprimo il mio apprezzamento per questo progetto di recupero -
ha commentato Illy - che restituisce memoria di una parte della
storia friulana, il medioevo, di cui ci restano in regione
numerosi siti che ß importante valorizzare. Ancora più
apprezzabile ß il fatto che questo progetto si sia svolto con la
collaborazione di soggetti privati e pubblici e grazie al
coordinamento dell'amministrazione comunale. Infine - ha concluso
Illy - ß importante l'uso futuro che ß stato scelto per il sito
di Cergneu, ovvero per iniziative di cui beneficeranno i
cittadini del Friuli Venezia Giulia e i turisti che auspichiamo
siano sempre più attratti dal nostro patrimonio paesaggistico e
storico".
Sorto forse su una precedente difesa romana, nel 1170 il castello
fu donato al patriarca d'Aquileia da Voldarico, marchese di
Toscana. Nel secolo successivo, la giurisdizione passò ai signori
di Savorgnano: i figli di Corrado, Detalmo e Pietro, acquisirono
il predicato dal nuovo feudo cui si uniranno, nel Quattrocento,
quelli di BrazzÖ inferiore e superiore.
I resti del castello appartengono tuttora ai discendenti ed ß
stata proprio Rossella di BrazzÖ l'architetto che ha dato il
primo impulso ai lavori di scavo.
"La campagna di scavi - ha ricordato di BrazzÖ - era iniziata nel
1999 ed ß proseguita fino a quella del 2006 che, grazie ad un
finanziamento Obiettivo 2 di 250 mila euro, ha permesso di
mettere in luce l'intera struttura planimetrica del castello. Il
secondo obiettivo del progetto era consolidare la struttura
muraria con piccole integrazioni: il perimetro della cittÖ ß
stato innalzato di circa un metro per rendere più comprensibile
l'area interessata dall'impianto castellano. Il terzo obiettivo -
ha concluso - sarÖ quello di consolidare i lacerti murari
rinvenuti durante gli scavi archeologici".
Presenti alla cerimonia, introdotta dal sindaco di Nimis, Renato
Picogna, l'assessore regionale alle Autonomie locali, Franco
Iacop, il presidente della Provincia, Marzio Strassoldo, il
consigliere regionale Roberto Molinaro, il presidente della
ComunitÖ Torre Natisone Collio, Adriano Corsi.
ARC/EP