STATO E REGIONE A 1000 ANNI FORESTA TARVISIO

Valbruna, 14 lug - Compiere mille anni e conquistare gli sguardi ammirati delle decine di migliaia di turisti che ogni anno arrivano da Italia, Europa e Stati Uniti per ammirarla ß impresa che sembra riuscire solo alla Foresta di Tarvisio, 2400 ettari alle pendici di montagne che incutono grande rispetto, come il Montasio. Ai festeggiamenti, in Valsaisera, per lo storico compleanno della Foresta, donata il 1 novembre 1007, giorno di Ogni Santi, dall'imperatore di Germania, Enrico II il Santo, al Vescovado di Bamberga (che la vendette nel 1759 all'imperatrice Maria Teresa d'Austria), lo Stato italiano, attuale proprietario del più vasto territorio forestale nazionale, ß intervenuto con il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e con il presidente del Senato, Franco Marini. In un anfiteatro dove bande di tre Paesi hanno intonato gli inni nazionali di Italia, Austria e Slovenia e il Coro polifonico di Ruda ha reso omaggio alla montagna esibendosi, al termine della manifestazione, in un concerto aperto da un'applauditissima Signore delle Cime, le Istituzioni hanno reso omaggio alla storia ed all'immenso patrimonio naturale che caratterizza l'Alto Friuli. "Possiamo godere di questa bellezza ha affermato l'assessore alle Risorse forestali del Friuli Venezia Giulia, Enzo Marsilio, anche grazie a chi l'ha protetta tenacemente nel corso dei secoli, a coloro i quali hanno sopportato e sopportano le difficoltÖ di vivere in queste terre. Per questa gente e per lo spettacolo naturale che illumina gli occhi - ha aggiunto Marsilio, rivolgendosi soprattutto al ministro Amato - chiediamo un'attenzione costante, un impegno serio e concreto che garantisca condizioni di equitÖ e sostenibilitÖ". Un invito che l'esponente del Governo nazionale ha recepito al punto da annunciare che, in tempi brevi, "lo Stato dovrÖ discutere con Regione ed Enti locali del destino di questa Foresta, definendo ruoli e compiti al fine di garantire il migliore equilibrio possibile all'ecosistema". Amato ha pure sottolineato l'importanza per l'Europa dell'area tarvisiana, da sempre un punto di incontro naturale e vocazionale fra tre diverse culture (latina, slava e tedesca). "L'Europa vista da qui - ha commentato - ha molto più senso di quanto in tanti possano credere". La Foresta di Tarvisio, tra l'altro, ß italiana solo dal 1919, da quando il Trattato di pace di San Germano ne ratificò la proprietÖ demaniale al termine del primo conflitto mondiale. Famosa per l'abete rosso che ne caratterizza il 55 p.c. del patrimonio boschivo (ampia anche la presenza del faggio, 30 p.c.), la Foresta tarvisiana ospita una fauna ampia e variegata. Dai tre-quattro orsi bruni alle poche decine di linci fino alle migliaia di esemplari di cervi, stambecchi, camosci, caprioli; dalle centinaia di tetraonidi fra galli cedroni, pernici bianche, galli furetti e francolini di monte ai dominatori dei cieli, le aquile reali. "Il legname ha dato la vita alla popolazione locale in passato - ha ricordato il sindaco di Malborghetto Valbruna, Alessandro Oman - ed ora questa foresta regala al territorio un patrimonio naturale turistico di immenso livello, un vero e proprio volano per il rilancio di questa vallata". Un patrimonio che ß per tutti i cuori e tutte le menti, come ha ricordato nel suo intervento Edmondo Superi, docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese all'UniversitÖ di Udine, citando le parole di Bernardo di Chiaravalle, teologo e santo francese del XII secolo: "Troverai più nei boschi che nei libri, alberi e rocce ti insegneranno ciò che i testi non dicono". ARC/FC