Udine, 11 giu - Contenuti della manovra di assestamento del Bilancio regionale e allentamento del Patto di stabilità, che frena la realizzazione di opere pubbliche e anche semplici lavori di manutenzione, e del Patto Tondo-Termonti che pesa per 370 milioni di euro sulle casse del Friuli Venezia Giulia. Sono stati questi i principali argomenti affrontati oggi a Udine nell'incontro tra la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, accompagnata dagli assessori alle Finanze Francesco Peroni, alle Autonome locali Paolo Panontin e ai Lavori pubblici Mariagrazia Santoro, con i sindaci dei quattro Comuni capoluogo: Roberto Cosolini, Trieste, Ettore Romoli, Gorizia, Furio Honsell, Udine, e Claudio Pedrotti, Pordenone. Sull'assestamento Serracchiani ha ribadito che si tratta di una ''manovra povera'', con risorse in calo e con la scelta di limitare allo stretto indispensabile le poste puntuali; ad esempio nel settore cultura, ove saranno assegnati finanziamenti con l'obiettivo prioritario di salvaguardare qualcosa come 1.500 posti di lavoro. Per quanto concerne i riflessi della manovra sugli Enti locali, la presidente ha ricordato che, se da un lato, grazie al recente emendamento sullo sblocco dei pagamenti delle pubbliche Amministrazioni anche nelle Regioni a Statuto speciale, sono stati liberati 47 milioni di euro, dall'altro ''non esistono'' i 25 milioni promessi ed inseriti a bilancio dalla precedente Giunta. La presidente del Friuli Venezia Giulia ha quindi evidenziato che sono stati aperti al Ministero degli Affari regionali due tavoli di trattativa con il Governo centrale sui patti Tremonti-Tondo e di Stabilità. ''Il ministro Graziano Delrio - ha precisato Serracchiani - è consapevole della necessità di superare situazioni che creano oggettive difficoltà, autorizzando le pubbliche Amministrazioni ad utilizzare risorse disponili''. Un aspetto su cui l'assessore Panontin ha annunciato un monitoraggio a regia regionale per capire nel dettaglio chi ha denaro da utilizzare. I primi cittadini hanno sottolineato gli effetti del Patto di stabilità che sono recessivi in particolare sul comparto dell'edilizia, o comunque profondamente negativi laddove determinano l'impossibilità, ad esempio, di compartecipare finanziariamente ai progetti PISUS-Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile, per cui sono disponibili fondi europei, o di intervenire per mettere in sicurezza il territorio colpito dalle piogge intense degli ultimi giorni, come accaduto a Pordenone. E se dai Comuni capoluogo è stato confermato il sostegno più ampio a proseguire la trattativa con il Governo su questi aspetti, non sono mancate le richieste di un riequilibrio nei trasferimenti di risorse tra realtà grandi e piccole, anche nella logica di favorire le aggregazioni, e consentire di ripristinare la figura del direttore generale. ARC/PPD