Assisi, 04 ott - La coesione sociale e la ricostruzione, fisica ed oggi evidentemente soprattutto morale, sono gli elementi sottolineati dal presidente del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo oggi ad Assisi nel suo saluto dalla loggia del Sacro Convento - per conto delle Regioni italiane - in occasione dell'odierna ricorrenza di San Francesco patrono del Paese. Dopo la consegna da parte del presidente Tondo dell'olio offerto dalla nostra regione per la lampada votiva che arde presso la tomba di San Francesco, nella Basilica superiore di Assisi, lampada accesa dal sindaco di Trieste Roberto Cosolini (in rappresentanza di tutti i Comuni d'Italia), il presidente della Regione ha preso la parola subito dopo il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, la quale, come da tradizione a nome del Governo nazionale, ha rivolto il ''messaggio all'Italia''. ''Dobbiamo chiederci cosa San Francesco possa insegnarci ancora oggi, in un momento così difficile per il Paese'', ha osservato Tondo, evidenziando l'attuale crisi economica, la mancanza o la perdita del lavoro che si abbattono sul destino delle persone, delle famiglie, ''dei giovani, vera emergenza nazionale che mina alla base la speranza nel futuro''. ''I governi, le istituzioni, le categorie economiche, le forze sociali si interrogano su quali siano le risposte da dare, quali le ricette, ma nessuna potrà veramente funzionare se il Paese non ritroverà la coesione, se non si affermerà in ciascuno di noi lo spirito di solidarietà e di servizio''. "La testimonianza di San Francesco ci indica il cammino'', ha sottolineato il presidente: ''Dobbiamo riscoprire i valori autentici della sobrietà, della parsimonia, anche dell'umiltà. Il Paese ne uscirà cambiato, in meglio''. ''Ma questo è un cammino che deve partire prima di tutto, come ci ha insegnato Francesco, da un convincimento interiore. Non dobbiamo guardare gli altri, aspettare che gli altri facciano il primo passo, ma invece chiederci, ciascuno di noi, quale contributo possiamo dare alla ricostruzione della 'casa comune'''. Quella ''casa comune andata in rovina'' che più di una volta nella sua storia recente il Friuli Venezia Giulia è stato capace, con la solidarietà e l'umiltà, di riparare, ha ricordato il presidente Tondo. ''La ricostruzione materiale dopo il terremoto del Friuli del 1976, certamente, ma anche la ricostruzione morale della convivenza civile fra minoranze e vicini di casa dopo le tragedie che si erano consumate a Trieste e al confine orientale d'Italia prima, durante e dopo la seconda Guerra mondiale''. ''Nel dono dell'olio - ha concluso il presidente del Friuli Venezia Giulia - c'è un auspicio: che la luce del Santo continui ad illuminare il cammino dei credenti e dei non credenti, che ci sorregga e ci guidi in questi tempi difficili, che ci aiuti nell'opera di ricostruzione della casa 'comune'''. ARC/RM