Assisi, 04 ott - A nome di tutti i Comuni d'Italia è stato il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, ad accendere oggi nella Basilica superiore di Assisi - con l'olio offerto dalla Regione Friuli Venezia Giulia - la lampada votiva che arde nella cripta in cui giacciono le spoglie di San Francesco. Alla solenne concelebrazione, presieduta dall'arcivescovo di Gorizia Dino De Antoni, accanto al presidente della Regione Renzo Tondo sono intervenuti, raccolti attorno ai circa mille pellegrini giunti dal Friuli Venezia Giulia, l'assessore regionale Roberto Molinaro, il presidente ed il vicepresidente del Consiglio, Maurizio Franz e Maurizio Salvador, i rappresentanti delle quattro Province di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine, una trentina di primi cittadini, molti dei quali hanno seguito i propri devoti giunti nella città umbra. Erano inoltre presenti i presuli di Concordia-Pordenone Giuseppe Pellegrini, di Trieste Giampaolo Crepaldi, e di Udine Andrea Bruno Mazzocato, il vescovo di Assisi Domenico Sorrentino, il cardinale Esteban Karlic, la presidente dell'Umbria Catiuscia Marini ed il sindaco di Assisi Claudio Ricci il quale, prima della messa, incontrando nella sede del Comune gli amministratori del Friuli Venezia Giulia, aveva ricordato sia i ''due positivi modelli di ricostruzione'' del terremoto del Friuli 1976 e dell'Umbria 1997, sia - da presidente dei siti Unesco italiani - il forte messaggio simbolico di Aquileia. Dalla loggia prospiciente le due Basiliche francescane, prima del presidente Tondo ha preso la parola il ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri che, nel suo ''messaggio all'Italia'' a nome del Governo nazionale, ha indicato che forse mai come in questo momento ''abbiamo bisogno di guardare dentro noi stessi, di farci forza l'uno con l'altro, di riconoscerci come un'unica grande comunità nazionale''. ''San Francesco è l'emblema dell'incontro, del dialogo, dell'amicizia, della tolleranza: è questa la prima regola francescana - ha aggiunto il ministro Cancellieri - ma è anche la prima regola di ogni civiltà che sia degna di tale nome. Una civiltà che riconosca la sacralità della regola, il primato del bene comune''. Quel bene collettivo invocato anche nel messaggio scritto dai quattro vescovi del Friuli Venezia Giulia proprio in occasione delle celebrazioni regionali per il Patrono d'Italia: ''Questi anni difficili, non privi di rischi, richiedono un forte ripensamento e profonde trasformazioni. La crisi - hanno indicato - ha le sue radici in un pericoloso decadimento etico, che rivela una grave carenza di valori della nostra cultura''. Il presidente Tondo, nel primo pomeriggio, ha infine visitato la tomba di San Francesco nella cripta della Basilica inferiore di Assisi. ARC/RM