Montereale Valcellina, 11 mag - Montereale terra di scrittori!
Dopo Claudio Magris, la cui famiglia ß originaria di Malnisio, e
dopo personalitÖ come Carlo Ginzburg (per i suoi studi su
Domenico Scandella detto Menocchio) e Predrag Matvejevic (per la
sua azione a favore della pace), oggi anche Pino Roveredo ß
divenuto cittadino onorario del centro pedemontano.
Una cittadinanza in qualche modo "dovuta", in quanto - oltre ai
meriti culturali e sociali del personaggio - la famiglia di
Roveredo ß originaria di Montereale: il padre nacque e lavorò qui
prima di trasferirsi a Trieste. Coså oggi, il Comune di
Montereale Valcellina, alla presenza del presidente della
Regione, di consiglieri regionali e di altre autoritÖ, gli ha
conferito la cittadinanza onoraria.
Per il Comune - come ha messo in evidenza il sindaco citando la
motivazione - la cittadinanza onoraria premia Roveredo "che con
la sua scrittura di testimonianza e di impegno per il sociale in
difficoltÖ onora le sue origini monterealine e valcellinesi e
stimola la nostra ComunitÖ a rinnovarsi per essere sempre più
protagonista viva e accogliente nella prevenzione attenta e
lungimirante e nel sostegno solidale e generoso di quanti sono
attraversati da un disagio, comunque motivato".
L'elogio dello scrittore ß stato pronunciato dal presidente della
Regione, che ha messo in evidenza le peculiaritÖ dell'uomo
Roveredo, prima ancora che dello scrittore. In particolare il
presidente ha posto l'accento sul fatto che superate le
difficoltÖ Roveredo ha saputo mettersi a disposizione della
comunitÖ in cui vive, per un sentimento di riconoscenza e di
servizio verso chi lo ha aiutato.
E ha ricordato l'impegno di Pino Roveredo, quando il Comune di
Trieste gli affidò un incarico per sviluppare i servizi sociali,
"sfruttando" la sua conoscenza dei problemi e della complessitÖ
della materia. La cittadinanza onoraria di Montereale, quindi,
riconosce non solo lo scrittore, ma anche e soprattutto l'esempio
che egli offre nell'aver saputo assecondare la propria
propensione alla scrittura arrivando al successo ed il lato umano
della sua vicenda: tutti possono cadere, ma tutti possono trovare
la forza - come Pino - di rialzarsi.
Nato a Trieste nel 1954 da una famiglia di artigiani, Roveredo ha
lavorato per anni come operaio in fabbrica. Operatore sociale di
strada, scrittore e giornalista, fa parte di varie organizzazioni
umanitarie che operano a favore delle categorie svantaggiate.
Anch'egli vittima del disagio - dalla vita coi genitori entrambi
sordomuti al collegio, dall'approdo all'alcol al carcere e al
manicomio - Pino Roveredo, nonostante tutto, seppe crearsi una
famiglia e soprattutto seppe uscire dal tunnel grazie anche a una
comunitÖ terapeutica. Da lå la salvezza nella scrittura e
nell'impegno sociale.
Varie le opere di Roveredo: da "Capriole in salita" (1996), "Una
risata piena di finestre" (1997), "La cittÖ dei cancelli" (1998),
"Schizzi di vino in brodo" e "Ballando con Cecilia" (entrambi del
2000), fino a "Mandami a dire" che gli ß valso nel 2005 il Premio
Campiello. È autore anche di alcuni testi teatrali.
Ringraziando tutti per la cittadinanza onoraria, Roveredo l'ha
idealmente dedicata al padre, che a Montereale nacque ma non
riuscå a tornare e che oggi sarebbe fiero di questo figlio che ha
saputo farsi onore. E ha ricordato il suo impegno presso tanti
giovani, che grazie al lavoro riescono a uscire dalle condizioni
di disagio nelle quali vivono.
ARC/Nico Nanni