COMMISSIONE SPECIALE RIORDINO PROVINCE, SECONDO GIORNO DI AUDIZIONI

23 Agosto 2012, ore 12:55 (ACON) Trieste, 23 ago - RC - La seconda giornata di audizioni davanti alla Commissione speciale per la razionalizzazione delle Province - presidente Antonio Pedicini del Pdl - si è aperta con le considerazioni di Enrico Gherghetta, presidente della Provincia di Gorizia che si è espresso in termini personali quanto alla salvaguardia di ogni forma di democrazia e di rappresentanza elettorale, ma soprattutto come presidente dell'Unione delle Province Italiane (UPI) FVG affermando che queste ultime sono enti da mantenere. Le Province - ha quindi detto - sono enti di area vasta che fanno economie di scala e gli stessi servizi, se erogati dai Comuni o dalla Regione, avrebbero costi maggiori. Perciò il primo limite è di carattere economico. Inoltre, le loro funzioni andrebbero al 90% alla Regione, che le gestirebbe con difficoltà. Non è chiaro con cosa si andrebbe a sostituire questi soggetti: i comprensori, piuttosto che le Aster, sono già stati un flop. Sparirebbero le differenze territoriali, linguistiche in primis, e la Regione sarebbe a rischio specialità. Impensabile diventino enti di secondo grado, allora sì che è meglio chiuderle; sarebbero carrozzoni di cui ce ne sono già anche troppi in regione. Al pari è impensabile che i mandati in corso vengano interrotti. Quanto alle competenze, ci vuole una riforma complessiva. La ripartizione territoriale, insomma, è una questione che non può attenere solo alle Province, ma al sistema totale. Ettore Romoli, sindaco di Gorizia ma da presidente del Consiglio delle autonomie locali, ha parlato in termini di offerta di collaborazione tra Commissione speciale e CAL, come già avanzata direttamente al presidente del Consiglio regionale, Maurizio Franz. La Regione Sardegna sta già operando in tal senso - ha reso noto. Non rivendichiamo nessuna decisione, ma che ci sia concesso di predisporre la nostra proposta istruttoria da trasmettere a chi di dovere, ovvero a questa Commissione consiliare. Mario Pezzetta ha sottolineato il senso di responsabilità dell'ANCI di cui è presidente e ha affermato che, però, non è loro intenzione fare solo passerella. Contrario alle unioni dei Comuni, la soluzione invece sta nei Comuni federati. Oggi riproporre gli Aster è insufficiente - ha rimarcato - perché si devono proporre ambiti competitivi, cosa che sarebbero le federazioni di Comuni. La riforma deve riguardare tutti, non solo le Province. Poi certo i Comuni non possono restare a guardare, ma non lasceremo che sia cancellata la nostra storia. Il Comitato paritetico per i problemi della minoranza slovena ha chiesto di ricevere dalla Commissione speciale la bozza di proposta di legge, una volta formulata, affinché il Comitato possa esprimersi a riguardo e fornire le proprie considerazioni e le eventuali richieste di modifica. Dalle Assemblee delle unioni dei Comuni montani la richiesta di non fare confusione tra riordino istituzionale e risparmio, ma di considerare anche i costi che ricadrebbero sui 15mila dipendenti pubblici della regione. Le unioni, poi, devono essere qualcosa di serio e non solo parole sulla carta, ma sono un percorso necessario che quelli della montagna hanno già iniziato tre anni fa; però ci vuole una scelta generale di riorganizzazione del territorio perché già quella dei Comuni montani è stata fatta partire senza un disegno complessivo. Prima di concedere una serie di considerazioni ai consiglieri, il presidente Pedicini ha dato la parola all'assessore regionale Elio De Anna che ha assicurato che al momento non esiste un disegno di legge della Giunta, la quale attende gli esiti dei lavori della Commissione speciale sebbene nel frattempo continui a confrontarsi con CAL, UPI e ANCI per essere pronta quando dovrà valutare la proposta consiliare. 23 Agosto 2012, ore 16:40 (ACON) Trieste, 23 ago - RC - Istituzione, e senza troppi ritardi, della città metropolitana della Venezia Giulia, per l'Associazione città metropolitana di Trieste; doveroso contenere i costi della politica ma senza enfatizzare gli aspetti finanziari a scapito della democrazia partecipativa, per il Comitato per l'autonomia e il rilancio del Friuli di Udine; un unico ente di area vasta, quale può essere la Provincia, per razionalizzare costi e funzioni ma mantenere l'identità dei territori, per il movimento Vivo Pordenone che ambisce a un'unione con Portogruaro. Questi, in sintesi, gli spunti che i rappresentanti dei tre organismi popolari hanno presentato alla Commissione speciale presieduta da Antonio Pedicini (Pdl) e che può essere consultata anche via Internet attraverso il sito del Consiglio regionale, ovvero www.consiglio.regione.fvg.it, tramite un link creato ad hoc sulla pagina principale. Ecco, allora, che Uberto Fortuna Drossi ha parlato di autonomia decisionale di un'area che si affaccia sul golfo di Trieste, che ha capacità di stabilire relazioni collaborative con gli altri e chiude lo sterile dualismo con il Friuli, nonché un'area che possa esprimere organi di governo a cui compete la responsabilità delle decisioni. La città metropolitana è già stata disciplinata nella legge regionale n. 1 del 2006 sul sistema Regione-enti locali, ma lo specifico articolo 9 è una sorta di pasticcio nato dalla paura che la città metropolitana spaccasse la Regione: oggi va ripresa quella strada, ma con mentalità meno miope. A seguire, Robero Dominici ha sottolineato l'aspetto del risparmio, che non si sa se ci sarà e se sarà tale da giustificare il riordino. Ma quello vero, a suo dire, sta nella riduzione sostanziale degli apparati burocratici, specie a livello centrale, e nella revisione degli iter tecnici e amministrativi, spesso fonte di costi. Si dovrebbe, poi, far riferimento alla Corte costituzionale per definire in modo puntale la portata della competenza regionale quanto a ordinamento degli enti locali, prima di dire se mantenere o meno le Province bisognerebbe analizzare se sono ancora attuali e se potrebbero svolgere funzioni nuove. Non da meno, è doveroso l'ascolto degli elettori. Idee riportate in una mozione, per il movimento Vivo Pordenone, tramite Roberto Freschi. Un documento ove affermare la salvaguardia dell'identità amministrativa della Provincia di Pordenone, ma non solo: alla luce dell'individuazione dell'area metropolitana di Venezia che porta a una revisione del Veneto orientale, istituire un tavolo di lavoro tra Comune e Provincia di Pordenone e sindaco di Portogruaro (VE) per verificare la possibilità di una ipotetica Provincia formata dalle due realtà. Si tratterebbe di un'area che risponderebbe ai requisiti fondamentali democratici (più di 400 mila abitanti), economici (settori particolarmente omogenei) e territoriali (fatti storici). La Commissione si è aggiornata a martedì prossimo, 28 agosto.