Mirandola, 14 ago - Sono in tutto 744 i volontari della Protezione civile che, accompagnati da un'ottantina di tecnici inviati dalla direzione centrale di Palmanova, hanno prestato la loro opera a favore delle popolazioni terremotate dell'Emilia-Romagna. Hanno costruito i campi di Mirandola e della sua frazione di Quarantoli e poi, per un totale di 50.000 giornate/uomo, si sono susseguiti in turni settimanali offrendo supporto tecnico e psicologico, aiuto sanitario, servizio di cucina (gestito dagli alpini dell'ANA) e comunque protezione e sostegno agli sfollati in un momento drammatico. L'ultima colonna, la quattordicesima, è partita lo scorso 11 agosto. Oltre ai tecnici della Protezione civile ne facevano parte 37 persone più gli alpini dell'ANA (12 a Mirandola e otto a Quarantoli) che oggi hanno accolto il presidente ed il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo e Luca Ciriani, arrivati in Emilia per trascorrere assieme a loro la vigilia di Ferragosto. Il presidente ha voluto visitare tutto il campo principale di Mirandola, incluso il villaggio di tende dei volontari, per rendersi conto della situazione a meno di tre mesi dalla prima scossa che sconvolse l'Emilia e fece mettere in moto immediatamente la Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Tondo era già stato qui lo scorso 18 giugno per valutare l'enorme lavoro fatto dai volontari, un manipolo di persone di cui di volta in volta hanno fatto parte, oltre ai veterani dell'ANA, gli Scout dell'Agesci, gli psicologi del Sipem, i pompieri di Trieste, i carabinieri dell'Associazione nazionale dell'Arma. ''Le persone che stanno prestando qui la loro opera gratuitamente - ha detto il presidente - sono i testimonial della gente friulana che ha provato sulla propria pelle il terremoto del '76 ed anche oggi restituisce un po' della solidarietà che ci fu data all'epoca''. Nei campi allestiti dalla nostra Protezione civile sono stati in visita il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si è commosso ricordando il terremoto del Friuli e la ricostruzione del Duomo di Gemona, ed il Dalai Lama, che ha esortato tutti a guardare avanti. Ogni volta ha fatto gli onori di casa Ciriani che non ha mai nascosto il suo orgoglio per l'impegno umano ed organizzativo profuso dai volontari. ''L'emergenza continua - ha detto il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia con delega alla Protezione civile - e decine di volontari si stanno occupando ogni giorno degli sfollati. Queste persone - ha aggiunto Ciriani - hanno dato e stanno dando tanto anche mentre buona parte dell'Italia è in ferie''. ''La situazione va costantemente monitorata - ha proseguito Ciriani, ricordando che il Friuli Venezia Giulia sta garantendo il 10 per cento dell'assistenza agli sfollati del terremoto in Emilia Romagna - e siamo pronti a fare il nostro dovere fino in fondo ma credo sia opportuno, non per noi ma per i nostri ospiti, iniziare a pensare al loro trasferimento in sedi alternative perché non possono certo continuare a vivere in una tendopoli in vista del prossimo inverno''. I due campi sono arrivati ad ospitare poco meno di un migliaio di sfollati inclusi una novantina di bambini ma ora, man mano che la situazione si va normalizzando, gli ospiti sono in progressiva diminuzione anche se a tutt'oggi non è dato sapere sino a quando i campi allestiti dalla nostra Protezione civile saranno necessari. Al campo di Mirandola trovano ancora accoglienza 336 persone, mentre 85 sono attualmente alloggiate a Quarantoli. In tutto 421 senzatetto con ancora tanti anziani che, nonostante l'impegno del Comune di Mirandola per trovare a tutti una collocazione, rimangono al campo perché qui hanno sostegno medico, assistenza e compagnia. La popolazione del campo 'Friuli Venezia Giulia' di Mirandola è composta per il 50 per cento di extracomunitari, in buona parte musulmani all'ultima settimana di Ramadan. Per loro le cucine lavorano sino a tardi ed in un angolo tranquillo è stata allestita anche una tenda/moschea con tanto di lavandino per le abluzioni. A rimpinguare la quota, nonostante il Comune si impegni a restituire a tutti una casa il prima possibile, contribuiscono anche eventi collaterali, come la chiusura degli altri campi (il primo è quello della Val d'Aosta, che sarà seguito dal più piccolo dei due messi in piedi dal Piemonte) che inevitabilmente comportano transitorie necessità d'alloggio da soddisfare. ARC/LVZ