Trieste, 31 lug - E' il primo passo concreto di un intervento di riqualificazione del complesso di alloggi popolari tra via Flavia, Strada Vecchia dell'Istria e via Giarrizzole a Trieste, realizzato grazie all'intesa fra l'ATER-Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale, la Regione, il Comune e la Fondazione Antonio Caccia e Maria Burlo Garofolo, che hanno sottoscritto un Accordo di Programma per attuare un ampio Piano di Recupero Urbano (PRU) che, al termine, renderà possibile la realizzazione di oltre 600 nuove unità abitative.
L'assessore regionale ai Lavori pubblici Riccardo Riccardi ha inaugurato oggi i primi 77 alloggi, costruiti tra via Flavia e Strada Vecchia dell'Istria, in parte di proprietà dell'ATER (59), in parte della Fondazione Caccia Burlo (18) che ha come sua principale missione proprio l'assegnazione di abitazioni a persone e nuclei familiari in momenti di grave difficoltà. Assieme a Riccardi e al vicepresidente dell'ATER Tullio Pantaleo, hanno partecipato alla cerimonia la presidente della Fondazione Lori Petronio, l'assessore comunale alle Politiche sociali Laura Famulari, i consiglieri regionali Piero Camber e Piero Tononi. La benedizione è stata impartita da fra Enrico Maria Rossi, della parrocchia della Beata Vergine Addolorata.
Riccardi ha ribadito la necessità di arrivare al riassetto delle ATER. "Il problema - ha detto - non sono i costi dei Consigli di amministrazione. Le ATER hanno finora funzionato: occorre metterle in condizione di funzionare anche in futuro. Se resta tutto come adesso, e senza una profonda riforma, non saremo più in grado di rispondere ad un bisogno in profondo cambiamento". Per realizzare i nuovi alloggi, è stata demolita una vecchia palazzina di case popolari e ne è stata costruita una del tutto nuova, con un investimento di 7,6 milioni di euro stanziati dalla Regione e, in parte, dall'ATER e dalla Fondazione Caccia Burlo. Gli appartamenti dell'ATER hanno metrature di 55, 73 e 93 metri quadri, quelli della Fondazione sono più piccoli, di 49 metri quadri. Il Piano di Recupero Urbano prevede di demolire una serie di fabbricati popolari risalenti agli anni fra il 1912 e il 1943, tutti ormai in forte degrado e dotati di abitazioni troppo piccole, facendo posto a nuove costruzioni con appartamenti adeguati agli standard di vita attuali. ARC/PF