Pordenone, 05 mag - Rapida approvazione del disegno di legge
nazionale sull'immigrazione; rilancio delle politiche di welfare
per tutti per evitare guerre tra poveri e per aumentare il senso
di sicurezza tra i cittadini; modificare l'organizzazione del
lavoro dello Stato e della macchina pubblica a tutti i livelli
(centrale e locale); pensare a una legge che, accanto a quelle
sulla cittadinanza e sui ricongiungimenti familiari giÖ in
Parlamento, garantisca il diritto alla libertÖ religiosa per
tutti, ottenendo in cambio il riconoscimento pieno dei principi
contenuti nella prima parte della Costituzione della Repubblica.
Sono questi alcuni degli impegni che secondo il ministro della
SolidarietÖ Sociale - che oggi ha concluso a Pordenone la prima
Conferenza sull'Immigrazione voluta dalla Regione come richiesto
dalla legge regionale 5 del 2005 - il Governo nazionale dovrebbe
portare avanti per mettere il Paese nelle condizioni di
affrontare nel modo migliore i cambiamenti che fatalmente
l'Italia subirÖ. Perchá l'immigrazione ß un fenomeno strutturale
e non passeggero ed ß utopia - o speculazione politica - pensare
di fermare un fenomeno che ß connaturato nell'uomo.
Su due punti per il ministro la scelta deve essere netta:
l'assunzione della lingua italiana come lingua comune (per
favorire l'incontro e il dialogo); il rispetto e l'assunzione
della prima parte della Costituzione come base per il vivere
civile. Solo coså ed evitando inutili battaglie su principi non
essenziali, essendo intransigenti su quelli essenziali, si
riuscirÖ a non obbligare gli immigrati a riconoscersi solo in
comunitÖ chiuse, che invece devono essere aperte e a non
appiattire l'immigrato nell'unica individualitÖ che gli si
riconosce: ovvero l'essere un immigrato e basta.
Il ministro ha indicato che molte delle tematiche emerse dalla
Conferenza regionale - ma il dibattito sui problemi concreti
potrebbe continuare in autunno con un incontro di tutte le
Consulte degli immigrati a Roma - troveranno una risposta con
l'approvazione in Parlamento del nuovo disegno di legge varato
dal Governo.
Esso, infatti, si propone di rendere possibile e di favorire
l'ingresso legale in Italia; di garantire i diritti civili, fra
cui il voto dopo 5 anni di residenza in Italia; di garantire i
diritti sociali (sanitÖ, assistenza sociale, una relazione meno
stretta tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro) e penali
con una diversa configurazione dei CPT, che dovrebbero essere
chiusi, ma almeno per ora divenire trasparenti.
L'assessore regionale all'Istruzione, Cultura, Sport e Pace - da
cui dipendono le politiche per i migranti - ha espresso
soddisfazione per l'esito dei lavori della Conferenza. Da essa ß
emerso un buon giudizio sia della legge regionale sia
dell'impegno della Regione per il settore; ma ß emerso anche che
quando si costruisce un percorso e si fanno delle scelte con il
metodo del confronto e del dialogo, arriva poi il consenso dei
cittadini. Sono state tre donne immigrate e di diversa
provenienza a proporre in qualche modo una sintesi - tanto
efficace quanto sentita - di due giorni di lavoro,
contraddistinti da diversi gruppi di lavoro, nei quali si sono
divisi - tra venerdå pomeriggio e questa mattina - gli oltre 500
partecipanti (su 600 iscritti) alla Conferenza regionale
sull'Immigrazione (i cui atti saranno disponibili nel più breve
tempo possibile).
Quelle tre donne - che come tali hanno dato evidenza a una delle
richieste più forti della Conferenza: ovvero il rispetto e la
valorizzazione della condizione femminile - hanno posto con
semplicitÖ ma con forza il diritto degli immigrati a essere
davvero cittadini a tutti gli effetti in Italia (e in questo
senso non ß mancato l'invito agli immigrati stessi a partecipare
di più e a sforzarsi di integrarsi). Quindi diritto di voto,
apertura delle politiche d'ingresso, la casa, la scuola, una
maggiore attenzione da parte degli organi dello Stato, un diverso
livello di responsabilitÖ da parte degli Enti locali,
l'opportunitÖ per i loro figli (spesso nati in Italia, siamo giÖ
alla seconda generazione) di avere le stesse opportunitÖ di
studio e di crescita sociale dei ragazzi italiani.
Ampie poi le relazioni che i coordinatori dei diversi gruppi di
lavoro hanno presentato con gli esiti e le richieste, rivolte sia
alla Regione sia al Governo nazionale. In materia di salute,
istruzione, lavoro e formazione, servizi e territorio,
cooperazione, partecipazione degli stranieri alla vita pubblica,
diversitÖ e uguaglianza, numerosi sono gli stimoli per migliorare
la situazione dei cittadini stranieri.
Diritti, quindi, che a questi cittadini derivano dal lavorare,
vivere e pagare le tasse in Italia; ma anche consapevolezza dei
doveri che ogni cittadino ha nei confronti della comunitÖ in cui
vive. L'obiettivo finale delle richieste, quindi, ß så un diverso
trattamento, ma nell'ottica dell'integrazione.
ARC/NNa