NAPOLITANO IN FRIULI: PRESIDENTE REPUBBLICA CITTADINO ONORARIO GEMONA

TONDO, ''I SEGNI DELLA FIDUCIA NELLE NOSTRE RADICI E NELLA NOSTRA STORIA, NELLA NOSTRA AUTONOMIA RESPONSABILE'' Gemona del Friuli, 29 mag - Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stata conferita oggi la cittadinanza onoraria di Gemona del Friuli, ''simbolo'' di un Friuli squassato dal terremoto del 6 maggio 1976, di un Friuli oggi completamente ''rimarginato'' e che mai ha dimenticato il supporto dello Stato e gli aiuti internazionali nell'opera di ricostruzione post-sisma. Di un Friuli che oggi si è raccolto accanto al Capo dello Stato ed al presidente della Regione Renzo Tondo, all'assessore regionale alle Infrastrutture Riccardo Riccardi, al già assessore alla Ricostruzione Salvatore Varisco, al commissario straordinario alla Ricostruzione Giuseppe Zamberletti, al sindaco di Gemona Paolo Urbani, per ricordare il dramma che l'Emilia sta vivendo in questi giorni ed in queste stesse ore. ''Rivolgiamo il nostro pensiero a quanti stanno soffrendo in Emilia - ha osservato Tondo -, alle famiglie colpite, ai lavoratori in difficoltà, alle imprese che hanno sospeso l'attività, ai pubblici amministratori che stanno gestendo una difficile emergenza'', potendo contare anche sull'apporto della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, ''delle sue donne e dei suoi uomini: sappiamo cosa significa sentire l'affetto e la solidarietà del volontario che ti aiuta''. Se 36 anni fa il Friuli è rinato, ''un territorio si è sviluppato, un'economia è ripartita, tutto ciò non è avvenuto per caso: la solidarietà dell'Italia e del mondo, l'impegno delle istituzioni, le scelte lungimiranti del legislatore nazionale e regionale hanno reso possibile una rinascita che rappresenta una bella pagina di storia del nostro Paese, di tutto il Paese'', ha detto il presidente della Regione. Una rinascita ed una ricostruzione mai tanto attuali quanto oggi, in cui l'Italia guarda agli odierni morti ed ai danni dell'area modenese, ai quali ha fatto riferimento il presidente della Repubblica: appare infatti ''provvidenziale'', ha detto, guardare a voi per dire alle popolazioni emiliane ''abbiate fiducia e certezze'', nella sicurezza che l'Emilia saprà risorgere come il Friuli. ''Abbiamo fiducia nelle genti emiliane oggi come ieri in quella friulana'', ha sostenuto il Capo dello Stato, confermando che lo Stato, come già fece per il Friuli, non farà mancare all'Emilia appoggio e solidarietà. ''E' importante ricordare l'esperienza del Friuli'', del suo modello di ricostruzione affidato a Regione ed Enti locali: ''un modello vincente'', ha esclamato Napolitano. ''Un popolo è rinato, un territorio si è rinnovato'' ha poi richiamato al Presidente Napoletano, oggi al Teatro sociale di Gemona, il presidente della Regione Tondo, grazie alla ''solidarietà dell'Italia e del mondo, la volontà di ricominciare, il sostegno delle istituzioni, le scelte dei legislatori, i sacrifici delle popolazioni e l'impegno dei suoi sindaci''. Oggi a Gemona del Friuli, con i suoi 400 morti, con la sua ricostruzione (dopo quella tragica sera del 6 maggio 1976) ''che hanno segnato le nostre vite - ha osservato Tondo - che è divenuta patrimonio della storia della regione e del Paese tutto'', lo stesso presidente del Friuli Venezia Giulia ha voluto sottolineare come fu appropriato, nell'estate del 1976, ''la scelta di dare responsabilità agli amministratori più vicini ai cittadini'', grazie anche ai contenuti indicati nello Statuto d'autonomia della Regione ''che amministratori pubblici ed istituzioni locali hanno sempre interpretato come espressione di responsabilità e di servizio sia per questo territorio che per tutta l'Italia''. ''Siamo usciti dall'esperienza della ricostruzione - ha osservato il presidente Tondo - con la convinzione che anche le sfide più difficili si possono superare con la convergenza ed il rispetto della volontà popolare, dell'autonomia locale, della capacità di fare leggi rispondenti ad un progetto credibile e condiviso: quella che noi oggi definiamo 'autonomia responsabile''' Tondo, che in precedenza aveva accompagnato il presidente Napolitano alla posa di una corona di fiori in ricordo dei gemonesi periti nel maggio '76 al locale cimitero e successivamente al ricostruito duomo di Gemona - con l'arcivescovo di Udine Andrea Mazzocato, il parroco Valentino Costante ed il commissario di Governo Alessandro Giacchetti - si è quindi soffermato sulla situazione attuale: ''i tempi che stiamo vivendo ci mettono tutti, in questa regione, nel Paese e nel mondo, davanti a nuove difficili sfide. E' un terremoto di altra natura quello che oggi chiede a tutti ed in particolare a chi porta la responsabilità della pubblica amministrazione, la capacità di interpretare i segni del cambiamento e di progettare e realizzare le fondamenta di una nuova realtà sociale ed economica. Il nostro futuro è anche nelle nostre mani, nelle nostre scelte, nelle nostra responsabilità''. Rivolgendosi nuovamente al Capo dello Stato, Tondo ha infine affermato che ''siamo in sintonia con i suoi richiami e le sue esortazioni, che ci arrivano con parole forti, semplici e chiare, che ci aiutano a capire i tempi e ad agire per il cambiamento. Lo affermiamo anche qui questa sera, tra la gente che è stata sfidata dal terribile terremoto ma ha creduto nella rinascita: non è stato facile, nulla è facile, anche oggi non è facile, ma ce la faremo anche questa volta''. ARC/RM