Cervignano, 29 mag - Il Friuli Venezia Giulia punta all'organizzazione di un Convention Bureau (CB) regionale e si interroga sul miglior modo di attivarlo mettendo a confronto, a Villa Chiozza, tre modelli di CB Italiani con dimensioni e forma giuridica diversa: quello di Rimini (una Srl) quello di Genova (una Scrl) e quello di Torino (esclusivamente pubblico ed emanazione di Turismo Torino&Provincia).
"I dati dimostrano che la crescita del mercato della meeting industry è netta a livello internazionale e procede, anche se in modo più contenuto, a livello nazionale", ha detto l'assessore regionale alle Attività produttive Federica Seganti, che ha dato il via all'iniziativa, moderata dal direttore generale di TurismoFVG Edi Sommariva, e ha sottolineato l'importanza del tema per l'incremento in Friuli Venezia Giulia sia del turismo che del relativo indotto commerciale. Ai numerosi operatori del settore intervenuti al convegno, l'assessore ha ricordato che, mentre per quanto riguarda le altre attività produttive si è lavorato alla internazionalizzazione dell'offerta attraverso l'esportazione, per il turismo, l'impegno si è concentrato sull'importazione della domanda internazionale. "All'interno di questa strategia si colloca anche l'idea del Convention Bureau regionale - ha continuato l'assessore - ed andando a valutare tutte le opportunità di crescita del turismo in Friuli Venezia Giulia ci siamo convinti che uno degli elementi importanti è la riorganizzazione della meeting industry". Ricordando l'impegno del Friuli Venezia Giulia nell'ambito del progetto MICE Italia con azioni relative alla qualificazione dell'offerta dei servizi integrati, la formazione degli addetti ed altro, l'assessore ha quindi indicato nell'approccio conoscitivo e nella corretta valutazione di esperienze come quella del Convention Bureau triestino Promotrieste, il percorso avviato per arrivare, entro la fine dell'anno, alla realizzazione del Convention Bureau regionale.
Un percorso sostenuto tra l'altro sul piano normativo, con l'inserimento nella legge regionale sul turismo di una modifica che sarà al vaglio dell'Aula consiliare alla fine di giugno e prevede una posta finanziaria a sostegno degli operatori per attrarre eventi congressuali in regione nel 2013. L'assessore ha quindi spiegato che anche attraverso la valorizzazione di questo settore si punta alla destagionalizzazione dei flussi turistici "per creare un mercato che consenta di implementare la ricettività ed attrarre nuovi investimenti". I dati dell'Osservatorio congressuale italiano confermano che negli ultimi 10 anni l'Italia, che dal 2011 si è dotata di un Convention Bureau nazionale, si è assestata sempre al sesto-settimo posto per numero di congressi realizzati, facendo peraltro registrare una crescita del solo 3,67 per cento contro l'incremento del 47, 46 per cento dei convegni al livello internazionale.
Ricordando che in Italia il 30 per cento del PIL prodotto dal turismo deriva dal settore, che da solo dà già lavoro a 300.000 persone, uno dei massimi esperti di turismo in Italia, Emilio Becheri, ha dichiarato di condividere la scelta della Regione e di TurismoFVG di partire dal confronto su esperienze e competenze per arrivare alla costituzione di una struttura regionale ed ha indicato nella preparazione tecnica degli addetti, nella visibilità sui network nella verifica della compatibilità tra eventi congressuali ed altri turismi, nello sviluppo del comparto MICE e nel monitoraggio dell'attività gli strumenti utili all'efficacia di un Convention Bureau. Con Becheri sono intervenuti anche il coordinatore delle attività associative di Federcongressi&eventi, Gianni Bastianelli, che ha parlato dei Convention Bureau nella strategia globale italiana dell'industria dell'accoglienza, e Stefania Agostini, Adolfo Parodi e Tiziana Bologna, rispettivamente direttore generale del Convention Bureau Riviera di Rimini, consigliere di quello di Genova e Executive congress developer di Turismo Torino&Provincia. ARC/LVZ