Faedis, 29 mag - ''Possiamo affermare con una convinzione profonda, figlia di scelte a lungo maturate, consacrate da atti solenni dei governi, che il ricordo di quella orrenda tragedia non divide più il nostro popolo da quelli a noi vicini, oggi partecipi di quella grande costruzione istituzionale che ha dato vita ad una Europa di pace, per la prima volta unita, nella sua lunga storia''. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso nel municipio di Faedis (UD), seconda tappa della visita in Friuli, in occasione dello scoprimento della targa in memoria delle vittime dell'eccidio di Porzus nella gremita piazza del paese, alla presenza del presidente della Regione Renzo Tondo e di quello del Consiglio regionale Maurizio Franz. Una visita di alto valore simbolico, quella di Giorgio Napolitano, che contribuirà ad inquadrare nella memoria dell'Italia democratica e nell'ottica della riconciliazione e del superamento dei confini quel tragico e controverso episodio nel quale il 7 febbraio del 1945, sul confine orientale, nelle malghe del Topli Uorch in comune di Faedis, un gruppo di partigiani azionisti e cattolici della brigata Osoppo vennero uccisi da una divisione di partigiani garibaldini membri di una formazione legata al Partito Comunista Italiano, ''per ragioni, palesi e occulte, che - ha ricordato Napolitano oggi a Faedis - ci appaiono oggi incomprensibili, tanto sono lontane l'asprezza e la ferocia degli scontri di quegli anni e la durezza di visioni ideologiche totalitarie''. Napolitano ha citato il recente volume opera di illustri studiosi che definisce quello accaduto a Porzus 'il più grave scontro interno al movimento' resistenziale italiano. ''Quella strage resta tra le più pesanti ombre che siano gravate sulla gloriosa epopea della Resistenza. Ed io fin dall'inizio del mio mandato dissi - ha ricordato il capo dello Stato - di non voler ignorare zone d'ombra, eccessi e aberrazioni, che non possono oscurare il valore storico del movimento di liberazione dell'Italia dal nazifascismo: è così che possono essere sanate le più dolorose ferite del passato, ed è per questo, in questo spirito - ha affermato Napolitano - che sono oggi qui con voi''. Napolitano, che è intervenuto dopo il saluto del sindaco Cristiano Shaurli e del presidente dell'APO-Associazione Partigiani Osoppo di Udine Cesare Marzona, ha fatto riferimento all'iniziativa assunta nel 2008 dalla Camera per conferire al complesso delle malghe lo statuto di monumento nazionale, un fatto ''che - ha detto - sancisce il superamento, nell'identità unitaria dell'Italia d'oggi, delle radici di quell'eccidio in cui precipitarono, in un torbido groviglio, feroci ideologismi di una parte, con calcoli e pretese di dominio di una potenza straniera a danno dell'Italia, in una zona martoriata come quella del confine orientale''. Napolitano, che è stato accolto dal tricolore degli alunni delle scuole di Faedis che nel marzo scorso sono stati premiati in Quirinale tra i dieci migliori istituti nel concorso sul 150° dell'Unità d'Italia, si è intrattenuto al termine della cerimonia con i cronisti commentando la ''durissima situazione'' del sisma in Emilia che questa mattina ha causato ancora una decina di morti. ''Credo che il modello Friuli sia un esempio che potrà essere raccolto altrove a beneficio delle popolazioni colpite'', ha indicato Napolitano. ARC/EP