Trieste, 27 mar - Il ministro dell'Interno Giuliano Amato ed il
presidente della Regione Riccardo Illy hanno siglato, oggi a
Trieste, il Protocollo d'intesa "in materia di politiche
integrate di sicurezza urbana", documento definito dallo stesso
Amato "prototipo" rispetto ad analoghi atti che il dicastero
andrÖ a firmare con altre realtÖ regionali italiane.
Il documento prevede in sostanza l'attuazione di seminari di
aggiornamento professionale per il personale delle Forze di
polizia e dei Corpi di polizia municipale e provinciale, la
promozione da parte della Regione di politiche ed interventi sul
piano della prevenzione, l'adozione di un Sistema informativo
comune e lo sviluppo di collaborazioni tra le Sale operative
delle Forze dell'Ordine e quelle delle Polizie municipali.
Si viene dunque ad attuare, ha sottolineato Illy, non solo il
principio della leale collaborazione tra le istituzioni, sancito
dalla Costituzione, ma anche la previsione della partecipazione
finanziaria delle Regioni a quelle spese ritenute necessarie per
assicurare ai cittadini un "extra" di sicurezza e di ordine
pubblico.
La situazione dell'ordine pubblico in Friuli Venezia Giulia ß giÖ
"piuttosto positiva", ha comunque ricordato il presidente (in
precedenza il prefetto di Trieste Giovanni Balsamo aveva
ricordato che tra 2005 e 2006 in regione i delitti perseguiti
erano aumentati dell'1,3 per cento e quelli scoperti addirittura
dell'8,4 per cento), che ha anche invitato gli organi di Polizia
ed i media a dare enfasi a tali dati, ad esempio anche a quello
che si riferisce al fatto che 8 rapinatori su 10 vengono
identificati e perseguiti: "comunicare questi risultati - ha
detto Illy - rappresenta un forte deterrente ed un'azione
preventiva".
"La Regione pertanto - ha concluso Illy - si appresta, come fa
giÖ da anni per la costruzione della caserme dell'Arma dei
carabinieri, a dare attuazione al Protocollo, anche con eventuali
finanziamenti che saranno impegnati secondo le richieste e le
indicazioni che giungeranno dal dicastero dell'Interno".
Il ministro Amato, che si ß dichiarato soddisfatto e contento per
la stipula del protocollo con la Regione, ha confermato di
credere molto nella collaborazione istituzionale sul piano della
sicurezza, "pur stando molto attento che non vi sia confusione
tra le diverse competenze".
"Sono - ha aggiunto - tra i sostenitori del fatto che sicurezza
ed ordine pubblico siano di competenza e responsabilitÖ dello
Stato, ma sono altrettanto convinto che per realizzare il
'risultato sicurezza' ß non meno importante l'esercizio delle
competenze regionali e locali, che creano le condizioni della
vita civile".
Amato ha quindi evidenziato come - per la prima volta in un
documento pubblico - venga anche indicato il compito
dell'accertamento del "tasso di inciviltÖ". "Una regione che si
ripromette di misurare il proprio tasso di inciviltÖ - ha
annotato il ministro dell'Interno - ß probabilmente molto meno
incivile di altre".
Nel corso del colloquio che Amato ed Illy hanno avuto oggi a
Trieste - incontro al quale sono intervenuti i componenti del
Comitato regionale per l'ordine e la sicurezza pubblica e gli
assessori regionali Roberto Cosolini e Franco Iacop - ß stata
inoltre valutata la permanenza a Gradisca d'Isonzo del CPT e
l'esigenza di una modifica ad un decreto del 1987 allo scopo di
permettere alle Polizie municipali di poter svolgere servizio
notturno, come previsto da un recente ddl regionale, ma senza
l'utilizzo delle armi.
In merito al CPT il presidente Illy ha auspicato che la struttura
possa essere destinata sempre più quale centro di prima
accoglienza e di identificazione. Un'istruttoria su questi Centri
ß giÖ stata affidata agli uffici, ha affermato a sua volta Amato,
che ha espresso comunque un'esigenza futura molto inferiore ad
oggi nel numero di posti previsti nei CPT, che dovranno divenire
luoghi di detenzione temporanea, prima dell'espulsione, solo in
specifici casi. Il Protocollo d'intesa tra ministero
dell'Interno e Regione Friuli Venezia Giulia, sottoscritto oggi
dal ministro Amato e dal presidente Illy, trae le sue premesse
dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri del
settembre 2000 (che tra l'altro prevede forme di collaborazione,
in via permanente, tra Stato, Regioni ed Enti locali per il
perseguimento di condizioni ottimali di sicurezza delle cittÖ e
del territorio extraurbano e di tutela dei diritti di sicurezza
dei cittadini) e dall'Intesa istituzionale stipulata nel maggio
2001 tra Governo nazionale e Regione, nell'ambito del quale sono
stati identificati, tra gli obiettivi da conseguire, il
miglioramento delle qualitÖ delle cittÖ, delle istituzioni
locali, della vita associata e della sicurezza.
Oggetto del Protocollo ß l'individuazione di alcuni "progetti di
sicurezza integrata", che saranno attuati con la collaborazione
degli Enti locali nel settore della sicurezza urbana e nel quadro
della cooperazione operativa tra le Forze di polizia e i Corpi di
polizia municipale e provinciale.
Quattro i progetti individuati.
Il primo ("Formazione e aggiornamento professionale") riguarda
l'attivazione di seminari di aggiornamento professionale sui
seguenti temi: polizia di prossimitÖ; interconnessione delle sale
operative; concorso nei servizi di controllo del territorio da
parte della polizia municipale; utilizzo della videosorveglianza;
nuove fenomenologie criminali e, più in generale, fattispecie
delittuose che destano maggiore allarme sociale in Friuli Venezia
Giulia; comunicazione e diffusione della cultura della legalitÖ.
Una prima programmazione di questi seminari ß prevista entro
ottobre 2007.
La Regione si impegna poi ("Prevenzione sociale e intese locali
in materia di sicurezza integrata") a promuovere politiche e
interventi sul piano della prevenzione sociale, situazionale e
comunitaria. In particolare, le aree di intervento riguarderanno
la riqualificazione dello spazio urbano, il degrado ambientale,
il rafforzamento dei dispositivi di sorveglianza passiva, gli
interventi su devianza e emarginazione, sulla dispersione e
sull'abbandono scolastico, sull'associazionismo antiracket e
antiusura, sull'assistenza psicologica alle vittime dei reati,
sul coinvolgimento della societÖ civile nella prevenzione dei
crimini, sulle condizioni di vita e di sicurezza negli ambiti
abitativi, del lavoro, dell'istruzione e del tempo libero,
sull'educazione alla legalitÖ, soprattutto nelle scuole, in
raccordo con le reti di solidarietÖ e di coesione sociale nonchá
con l'azione sul territorio della polizia di prossimitÖ e di
comunitÖ e della Polizia municipale e provinciale.
Il terzo progetto indicato dal Protocollo, allo scopo di
sperimentare un sistema di rilevazione dei fenomeni criminali e
di disordine urbano, prevede la costituzione di un "Sistema
informativo comune" (SIC) nel quale far confluire le informazioni
su fatti delittuosi, verificatisi nel Friuli Venezia Giulia, in
possesso del dipartimento della Pubblica Sicurezza del ministero
dell'Interno, e quelle dei fenomeni relativi agli episodi di
inciviltÖ e degrado urbano rilevati dalle Polizie locali.
Infine, il quarto progetto conferma l'opportunitÖ di creare i
presupposti tecnologici per lo sviluppo di sinergie operative tra
le "Sale operative delle Forze di polizia e quelle della Polizia
municipale", al fine di rafforzare i servizi di vigilanza e
controllo sul territorio, assicurando ai cittadini l'intervento
tempestivo degli operatori specializzati.
Il programma di interconnessione si svilupperÖ in due fasi. Una
prima fase dovrÖ consentire la comunicazione tra Sale operative
della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri e delle Polizie
municipali operanti nella regione; la seconda, invece, dovrÖ
prevedere il passaggio a sistemi più avanzati di
interconnessione.
Le prime installazioni tecnologiche saranno perfezionate presso i
Comuni di Trieste, Gorizia, Pordenone e Udine, nonchß in alcuni
Comuni-pilota, individuati concordemente tra le parti anche sulla
base delle indicazioni che perverranno dalle Prefetture.
ARC/RM