Cave del Predil, 3 dic - ''Questa è una Regione che reagisce alle difficoltà e alla crisi, con forza, coerenza, determinazione, e non attende che qualcuno intervenga dall'esterno''. Questo il messaggio che, domani a Roma, il presidente del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo trasmetterà con orgoglio al capo del Governo Mario Monti, al quale rivolge nel contempo i migliori auspici per un buon lavoro alla guida del Paese. Lo spunto per esprimere piena soddisfazione rispetto al percorso compiuto alla guida della Regione, iniziato con l'impegno, ottemperato, di ridurre il debito dell'Amministrazione (diminuito di un terzo rispetto all'inizio della legislatura), proseguito tra l'altro con l'avvio delle grandi infrastrutture, e con la riduzione degli obblighi fiscali per i settori economico produttivi, è stato offerto al presidente da un'altra operazione azzeccata che nell'arco di tre anni ha consentito, come ha precisato il sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni, di restituire finalmente l'energia elettrica prodotta a Cave del Predil alla comunità locale e del tarvisiano. Tondo è infatti intervenuto, alla miniera di Raibl, all'inaugurazione della centralina idroelettrica situata nel sottosuolo che consentirà di recuperare i costi di realizzazione (circa 870.000 euro) in soli due anni. Offrirà poi alla comunità locale un'importante fonte di redditività. La cerimonia, alla quale hanno partecipato amministratori locali, il sindaco di Bovec Daniel Krivec, rappresentanti dell'Associazione degli ex minatori e della cooperativa che gestisce il Parco minerario e dei lavoratori del compendio minerario e parte della popolazione, si è svolta nei locali ove è collocata la centrale: installata al XIII livello della miniera, a 240 metri di profondità. L'inaugurazione, che è stata seguita dalla superficie grazie alle telecamere di sicurezza posizionate in miniera, ha consentito al presidente Tondo, e a chi lo ha accompagnato fin laggiù, come i consiglieri regionali Sandro Colautti e Franco Baritussio e il parroco di Cave, di ripercorrere le emozioni provate il secolo scorso dai minatori. Dalle migliaia di lavoratori che ogni giorno compivano lo stesso percorso nell'angusta cabina del sollevatore, per scavare piombo e zinco. Materiali che venivano riportati in superficie fino agli anni '90 con lo stesso sollevatore, al ritmo di 4 tonnellate per ogni risalita. Risalita, che in caso di emergenza, dal XII livello fino alla superficie, attraverso l'uscita di sicurezza, fitto e stretto reticolo di scale oggi in materiali moderni, ma fino all'attività della miniera conclusasi nel 1991 in ferro e legno, si poteva compiere, allora come oggi, in ben 4 ore. Tondo ha preso ad esempio il forte impulso di rilancio impresso dal commissario della miniera Luciano Baraldo, da lui nominato a inizio legislatura. Il commissario in tre anni è riuscito a compiere il recupero dell'ex sito estrattivo e del paese di Cave, favorendo la rinascita della comunità locale attraverso l'avvio della fruizione turistica del Parco minerario (10.000 visitatori nel 2011), la realizzazione del teleriscaldamento per l'intera frazione di Cave, la messa in sicurezza della miniera e delle acque che alimentano la centralina e sgorgano, ora pulite, in Slovenia; intanto si sta completando la messa in sicurezza anche della strada che collega Cave a Sella Nevea. Tondo ha altresì posto l'accento sull'impegno sinergico del commissario straordinario di Cave Baraldo, e del sindaco di Tarvisio Carlantoni, nell'impresa di recupero della località cavese, per rilevare come la coesione tra le attività, le istituzioni, la comunità locale e regionale sia uno degli elementi cardine della ricetta per superare la crisi. La Miniera di Raibl, che si compone di 150 chilometri di gallerie, parte delle quali, a partire dal XIII livello, è stata a suo tempo allagata per essere messa in sicurezza, sviluppo di un sito minerario conosciuto già all'epoca dei romani, da oggi, per Tondo è divenuta uno degli elementi centrali della storia, delle radici della nostra comunità regionale. La miniera, con grande soddisfazione non soltanto della comunità cavese, ma anche dell'intero tarvisiano e della Regione, è ritornata ad essere una risorsa anche per i 400 abitanti di Cave del Predil. L'Amministrazione regionale, per la messa in sicurezza del sottosuolo minerario e delle strutture e allestimenti esterni, aveva speso 8 milioni di euro. La centralina produrrà ora 1,87 milioni di kw, e un utile netto per il Comune di 400.000 euro l'anno; sommato al rendimento della centrale idroelettrica di Muda, l'utile garantirà introiti per 850.000 euro. Si aprono ora, come ha concluso Tondo, reali prospettive per la fruizione turistica anche di questa vallata, a complemento dell'offerta del tarvisiano. ARC/CM