REALTA' E PROSPETTIVE DELL'ALBERGO DIFFUSO

Amaro, 22 mar - Albergo Diffuso, ovvero uno strumento non solo di sviluppo turistico, ma anche di supporto a una comunità per ritrovarsi unita attorno a un progetto che può dare prospettive concrete di crescita e quindi di migliore qualità della vita anche in aree marginali come quelle montane, ma non solo. È questo il concetto attorno a cui è ruotato il seminario che si é svolto oggi all'Agemont di Amaro, che per il secondo giorno ha visto ospiti i membri del Comitato 1 dell'ARE (Assemblea delle Regioni d'Europa), riuniti per dibattere vari temi di loro interesse. Un seminario che ha illustrato il progetto Albergo Diffuso non solo nei suoi aspetti "storici", ma anche nelle sue prospettive future, le quali non riguardano più solo la montagna, ma anche altre zone del Friuli Venezia Giulia, quali la Laguna di Grado. L'albergo diffuso è un fenomeno che non riguarda un singolo appartamento, ma interi borghi confinanti con reception e servizi centralizzati. Ad aprire i lavori il saluto del presidente di Agemont, Alberto Felice De Toni, che ha spiegato i compiti dell'Agenzia, mentre il presidente della Regione e dell'ARE, Riccardo Illy, è entrato subito nel vivo del tema affermando che "il Friuli Venezia Giulia punta sul turismo quale componente fondamentale del sistema economico regionale. In questo ambito si cercano tutte le forme che possono incrementare il settore; come tutte le Regioni dell'ARE anche noi cerchiamo di sfruttare i nostri 'tesori' per dare nuove possibilità al turismo". Sullo sviluppo della montagna, in particolare, Illy ha sostenuto che esso passa attraverso la valorizzazione del patrimonio ambientale, architettonico, culturale, delle tradizioni: "l'albergo diffuso consente il rispetto di tutti questi valori e può dare risposte concrete per fermare lo spopolamento e per favorire il riutilizzo del patrimonio edilizio". L'assessore regionale alle Attività produttive, Enrico Bertossi, ha fatto la storia dell'albergo diffuso in regione: da un'idea nata nel 1978 in Carnia, anche come conseguenza del terremoto, alla legge regionale del 2002 che detta le regole in materia. Quindi, dal 1978 a oggi, ovvero dall'idea alla sua realizzazione, siamo arrivati a 5 strutture nel 2006, che nel corso di quest'anno diverranno 12 interessando 177 unità abitative per un totale 535 posti letto. Nel 2005 l'albergo diffuso in regione ha registrato 1953 arrivi per 11.478 presenze, che nel 2006 sono diventati rispettivamente 2836 e 18.074. Bertossi ha fatto riferimento anche ai problemi: ovvero la qualità dell'offerta, il suo inserimento in quadro integrato di servizi (per il tempo libero, lo sport, la cultura, ecc.) che deve garantire la migliore vivibilità all'ospite. E proprio sulle caratteristiche che deve avere il progetto di albergo diffuso, per poter contare su promozione e commercializzazione adeguate, ha insistito il direttore di "Turismo FVG", Josep Ejarque, che ha proposto il "Club Albergo Diffuso". Un sistema per soddisfare le esigenze dei clienti, che pur senza rinunciare ai servizi offerti da un classico albergo e al contempo mantenendo una completa autonomia di gestione, vogliono vivere appieno l'esperienza di un soggiorno in un borgo autentico, tra "gente unica" che riserva accoglienza in vere e proprie case recuperate nel pieno rispetto dei canoni architettonici locali. Il coordinatore didattico della Scuola internazionale di specializzazione in albergo diffuso, Maurizio Droli, si è invece soffermato sui punti di forza e sulle prospettive del fenomeno in Friuli Venezia Giulia. Mentre il sindaco di Grado, Roberto Marin, ha illustrato il progetto (che dal 2007 si protrarrà fino al 2011) per fare dei "casoni" della Laguna un nuovo richiamo turistico. "Non perché Grado ne abbia bisogno - ha specificato - ma per dare di sé un'immagine nuova e diversa a una possibile nuova e giovane clientela". Adriano Corao, della Direzione centrale relazioni comunitarie, ha invece ricordato gli interventi fatti con i fondi dell'Obiettivo 5b; Emanuela Blancuzzi, direttore Servizio per la montagna della Regione, ha illustrato l'albergo diffuso nella montagna del Friuli Venezia Giulia; Stefano Lucchini, presidente nazionale Borghi Autentici, ha parlato del tipo di ospitalità che una comunità può e deve offrire agli ospiti. Le conclusioni sono state tratte dall'assessore regionale alle Risorse agricole, naturali, forestali e alla montagna, Enzo Marsilio. "L'albergo diffuso - ha affermato - rappresenta un modello di sviluppo integrato territoriale perché mette assieme diversi fattori: il recupero e la valorizzazione del patrimonio edilizio della montagna e rurale; coinvolge la comunità nella gestione attiva del progetto; contribuisce a far fare un passo in avanti allo sviluppo turistico del territorio". Non solo, ma l'albergo diffuso riguarda diversi altri settori: "Il fenomeno, oltre agli aspetti meramente ricettivi, interessa l'artigianato di qualità, l'agricoltura, lo stesso arredo urbano, naturalmente l'ambiente. Tutti questi elementi concorrono a far sì che un'intera comunità si ritrovi a lavorare assieme e consente al turista di calarsi in quella stessa comunità e di avvicinarsi a una diversa qualità della vita". "Inoltre - secondo Marsilio - si tratta di un modello flessibile e adattabile a diverse realtà territoriali e ambientali e si integra perfettamente con altre opportunità quali la monticazione estiva, quindi con le malghe e i prodotti tipici che ne sono il frutto; l'artigianato artistico nella lavorazione di prodotti naturali come legno e pietra; le risorse ambientali e naturali del territorio e quelle artistiche e della tradizione". ARC/Nico Nanni