Udine, 07 nov - ''Il Friuli Venezia Giulia ha alle spalle una storia che può insegnarci ad essere, se non ottimisti, almeno fiduciosi per il futuro, ma occorre avere ora il coraggio di affrontare il cambiamento''. Il presidente della Regione Renzo Tondo traendo le conclusioni in occasione della cinquantottesima cerimonia delle premiazioni del Lavoro della Camera di Commercio di Udine, raccoglie molte delle sollecitazioni esposte alla folta platea di imprenditori e rappresentanti istituzionali dall'ospite d'onore Giuseppe De Rita - ''una primavera in Italia può tornare - aveva detto poco prima il presidente del CenSIS (Centro Studi Investimenti Sociali) - se recuperiamo quella cultura della terra, dell'economia reale e della lunga durata, che per esempio in Friuli è stata quella che ha vinto negli ultimi trent'anni'' - e pronuncia a più riprese la parola ''cambiamento''. Tondo ringrazia anzitutto i premiati ''perché sono esempio della volontà, della tenacia, della creatività dei friulani che oggi sono chiamati a promuovere una nuova ricostruzione del Friuli e dell'intera regione in un contesto economico e politico che richiede una grande capacità di cambiamento''. Lo stesso concetto il presidente lo ribadisce raccontando la citazione che in questi giorni ha fatto in Consiglio regionale. ''La più grande lezione in questi momenti difficili me l'ha data un giovane universitario che mi ha fermato per strada chiedendomi: 'Ma voi grandi come pensate di cambiare il mondo se continuate a fare sempre le stesse cose?'''. Ecco perché Tondo indica nella buona volontà di ognuno la strada per uscire dal momento di crisi ''che va interpretato - ha ribadito - come un'opportunità. Inutile aspettare che l'aiuto venga dall'alto, ognuno si senta interpellato e 'faccia quello che può'''. Tondo riprende poi alcuni dei temi toccati da Da Pozzo. ''Il presidente della Camera di Commercio indicava il tema della riduzione del debito come cruciale: ebbene in questa regione si è cominciato a ridurlo ben tre anni e mezzo fa e ad oggi lo abbiamo abbattuto del 37 per cento''. In seconda battuta le infrastrutture e la logistica. ''Siamo partiti con la terza corsia e stiamo andando avanti, anche se con difficoltà'', ammette Tondo, aggiungendo anche che ''dispiace che ci sia ancora qualcuno che pensa che dovevamo temporeggiare, aspettando una soluzione dal governo nazionale''. Dal punto di vista strategico queste operazioni, afferma Tondo, vanno accompagnate con un concreto sostegno alle imprese. ''Fa piacere che Da Pozzo abbia riconosciuto la validità della riduzione dell'IRAP. Saremo così l'unica Regione che dopo avere ridotto il debito ha tagliato anche le tasse, almeno quelle che ci competono. Abbiamo pensato, infatti, che la strada migliore non fosse quella di rimpinguare i capitoli dei contributi alle imprese ma di lasciare le risorse a chi le produce. Meno domande, meno istruttorie, meno pratiche, meno comitati di controllo''. A questa linea l'Amministrazione regionale ha sempre inteso accompagnare forti politiche di sostegno al credito. ''Nei momenti di difficoltà occorre garantire adeguati ammortizzatori per chi esce, speriamo temporaneamente, dal mercato del lavoro e continuare a finanziare la spesa socio sanitaria''. Per creare futuro però occorre di più. ''Abbiamo pensato a una regione più snella, dove si fanno riforme e si riducono gli enti pubblici'', dice Tondo anticipando i temi che verranno affrontati nelle giornate di lavoro che si terranno nei prossimi giorni a Paluzza, dove il presidente ha chiamato a raccolta i rappresentanti dei settori cruciali della regione. Le nuove proposte, che sono state già espresse e accolte in Consiglio regionale, puntano ad una ulteriore semplificazione che liberi risorse e mantenga alto il livello di qualità dei servizi. Si leggono in questa chiave gli interventi sull'organizzazione amministrativa nei settori della sanità, dell'edilizia pubblica, del diritto allo studio universitario. ''Quando si affrontano questi temi so che c'è sempre qualche ruota che si mette di traverso ma il professor De Rita - commenta Tondo - potrebbe confermare che ogni cambiamento genera resistenze e nuovi bisogni ma occorre gestire questo cambiamento per non subirlo''. Superare la tradizione, il predominio di uno status acquisito, andare verso una società che si mette in discussione, dove il mutamento prevale sulla conservazione, approfittare di trovarci al centro di un'Europa ''che ci ha deluso, perché doveva dare competitività e invece ci ha portato solo più regolamentazioni'' perché non esistono alternative, fare tesoro della coesione sociale e della capacità di assumere il rischio che abbiamo dimostrato nella nostra storia: sono questi gli imperativi secondo Tondo. Imperativi che il ''primo popolo, quello che è qui in questo teatro, quello che rischia - afferma Tondo indicando la platea - saprà fare suoi''. ARC/EP