BRANDI, RILANCIO OCCUPAZIONE CON FORMAZIONE E APPRENDISTATO

Udine, 6 ott - "Nel corso di questo triennio di crisi la Regione ha messo in campo tutta una serie di strumenti destinati al sostegno al reddito ed all'attuazione di politiche attive del lavoro. Strumenti che abbiamo intenzione di riproporre, perché hanno garantito coesione sociale, ma abbiamo anche deciso di puntare sul rilancio dell'occupazione attraverso tre direttrici: più formazione, valorizzazione dell'apprendistato ed integrazione tra servizi pubblici e privati per l'avviamento al lavoro". Sono questi gli obbiettivi illustrati oggi dall'assessore regionale al Lavoro, Angela Brandi, nel corso della presentazione a Udine del Rapporto 2011 sul mercato del lavoro in Friuli Venezia Giulia ad un folto pubblico di operatori tecnici e rappresentanti delle istituzioni, tra cui il presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, ed il prefetto di Udine, Ivo Salemme. Affermando che "la persona è al centro di tutto e, al di là del genere e dell'età, deve avere la possibilità di entrare o rientrare nel mondo del lavoro attraverso processi di crescita professionale", l'assessore ha espresso la convinzione che sia "giusto investire in conoscenza e competenze", ma ha anche ricordato che "non esistono istituti scolastici di serie A e serie B ed i mestieri intellettuali e manuali hanno pari dignità". Un preciso invito a "cambiare mentalità a partire dalle famiglie" perché, ha spiegato l'assessore Brandi, "attualmente in Italia vi sono oltre 100 mila posti di lavoro non coperti dato che mancano le professionalità richieste dalle aziende". Se rilancio dell'occupazione e inserimento lavorativo sono i primi obiettivi dell'assessore per il 2012, permane, ha assicurato Brandi, l'impegno primario della protezione del reddito attraverso misure già avviate, come i lavori socialmente utili, i contratti di solidarietà difensivi, i lavori di pubblica utilità e gli ammortizzatori in deroga in un quadro che vede il Friuli Venezia Giulia in timida ripresa rispetto al 2010. Secondo quanto illustrato oggi ed in base ai dati forniti dall'Istat, nel primo semestre del 2011 gli occupati raggiungono le 519mila unità, ben 5mila in più dell'anno precedente. Una tendenza confermata anche dai numeri sulla disoccupazione: 27mila disoccupati ed un calo di 3 mila unità rispetto al 2010. Nei primi sette mesi anche gli avviamenti al lavoro segnano un andamento positivo, con un aumento del 4,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010, ed è altrettanto positivo il saldo dei movimenti di assunzione e cessazione con 8.278 unità, di cui 5.451 uomini e 2.873 donne. Sempre in questa prima metà dell'anno, crescono del 15,8 per cento i contratti a tempo determinato, aumentano del 6,1 per cento il lavoro somministrato e del 2,1 per cento l'apprendistato, mentre il lavoro a tempo indeterminato è ancora di segno negativo (-26,6 per cento). Anche la mobilità è in flessione di 160 unità (-3,2 per cento) rispetto all'anno precedente e, nei primi otto mesi del 2011, sono stati registrati poco più di 4.900 ingressi. Interessanti, a tale proposito, le differenza registrate a livello provinciale, con una flessione significativa per Udine e Pordenone (rispettivamente del 17,3 per cento e dell'1,3 per cento) mentre Trieste, con l'1,1 per cento, e Gorizia, 35,4 per cento evidenziano una tendenza opposta. "La crisi è stata dura e non è finita - conferma Angela Brandi - ed anche se in regione il recupero del PIL è superiore alla media nazionale la ripresa è altalenante". In pratica, come ha confermato il direttore dell'Agenzia regionale del Lavoro Domenico Tranquilli, tutto lascia presagire che quello che stiamo vivendo sia in realtà "un periodo di riaggiustamento destinato probabilmente a protrarsi anche nel 2012 e nel 2013". "Nel triennio abbiamo perso 14 mila posti di lavoro - ha detto Tranquilli - con una concentrazione di caduta occupazionale nel terziario, che di suo ha perso 13 mila addetti (-3,9 per cento) e nel lavoro indipendente, passato dalla 120 mila unità del 2008 alle 106 mila unità nel 2010 mentre è rimasto sostanzialmente stabile il lavoro dipendente, con 402 mila unità". Di straordinario c'è, ha rilevato Tranquilli che, almeno in regione, per la prima volta la crisi se l'è presa più con gli uomini che con le donne, dal momento che nel contesto dei 14 mila posti di lavoro persi solo 1000 (-0,3 per cento) riguardavano quello femminile. Alle donne, ed in particolare alle operaie morte per il crollo di una palazzina a Barletta mentre lavoravano a poco più di 3 euro l'ora e senza tutele, è andato in conclusione il pensiero di Angela Brandi. "La Regione si mette a disposizione e farà tutto il necessario affinché situazioni come queste scompaiano dal nostro sistema civile e tutto ciò che si muove oltre il confine della legalità nel mondo del lavoro venga eliminato a salvaguardia della tutela dei lavoratori" ha detto, assicurando, anche in futuro, dialogo e confronto costruttivo con le istituzioni e le parti sociali per "ascoltare, valutare ed eventualmente recepire indicazioni ed istanze". "Appare evidente che ci troviamo in un momento storico che non consente un atteggiamento poco vigile nei confronti dei continui mutamenti a cui anche il mondo del lavoro è soggetto - ha notato l'assessore - e se da un lato appare comprensibile la necessità delle parti datoriali di elasticizzare e rendere meno rigidi i rapporti di lavoro, d'altra parte occorre mantenere alta la soglia di attenzione su un utilizzo talvolta troppo disinvolto della flessibilità, nonché su tutte le forme di sommerso" ARC/LVZ