TONDO A PRESENTAZIONE LIBRO PAGLIARO, SI FACCIA SISTEMA

Udine, 17 set - ''Al bel libro di Beniamino Pagliaro 'Trieste. La bella addormentata' farei una piccola correzione e lo titolerei 'Trieste. La bella corteggiata': mi pare che si adatti meglio al carattere di una città che come tutte le gran belle donne ha sempre potuto scegliere chi voleva e che ora, dopo tanti anni, si trova a non sapere più qual è il principe azzurro che fa per lei''. Il presidente della Regione Renzo Tondo non è tenero con il capoluogo del Friuli Venezia Giulia, quella Trieste descritta e analizzata dal giornalista - collaboratore dell'Ansa e della Stampa - nel saggio pubblicato a luglio, dopo le amministrative, dalla casa editrice pordenonese ''Biblioteca dell'Immagine'' e che è stato presentato questa sera a Udine da Tommaso Cerno. Parterre ricco di assessori regionali per discutere di un libro su Trieste, presentato proprio nel cuore del Friuli, in quella piazza San Giacomo punto nevralgico in cui si celebra in questi giorni la festa più plateale della friulanità, ''Friuli DOC'': in platea Riccardo Riccardi e Sandra Savino, sul palco Claudio Violino, a cui è stata affidata la presentazione e che, da friulano, ha contrapposto alla ''bella addormentata'' la sua interpretazione di Udine ''una ragazzotta di paese che si sta emancipando e vuol vivere da sola ma deve portarsi addosso il peso di una famiglia con tre fratelli scapestrati: Pordenone, Gorizia e Tolmezzo''. E Tondo, del resto, ne ha anche per la capitale della ''Patrie''. ''Udine non è riuscita ad essere la capitale di tutto il Friuli, non ha rinunciato a puntare su elementi di distonia'', afferma e si confessa rincorso e afflitto da una ''lamentatio'' che si erge da ogni luogo della regione. ''Ho girato molto in questi mesi e ovunque vada ci si lamenta: a Pordenone, a Gorizia, non parliamo della Carnia'', rivela Tondo, dando anche la sua interpretazione di questa abitudine consolidata dei suoi cittadini ed elettori: ''è un quadro dettato dalla crisi economica ma lamentarsi delle volte anche conviene, è una tattica per ottenere. Ma ora che le risorse sono scarse tirare la coperta non è una buona idea: l'urgenza è fare subito sistema e le future riforme che ho in mente potrebbero dare risposta in questa direzione'', è la convinzione del presidente. Tanti i temi sollevati dal moderatore, tra cui la cancellazione degli enti ''carrozzone'', la capacità di fare scelte impopolari per snellire l'apparato burocratico e la ''casta''. Tondo risponde richiamando al buon senso, scansando le logiche demagogiche, e sul potere specifico della Regione ha un'idea sola: ''la nostra forza non sarà quella di avere un drappello più o meno fornito di parlamentari a Roma ma quella che deriverà dalla consapevolezza della nostra posizione geografica''. ARC/EP