Trieste, 22 lug - Il vicepresidente della Regione Luca Ciriani, assieme al prefetto di Trieste Alessandro Giacchetti (entrambi Commissari delegati a gestire l'emergenza profughi), ha iniziato questo pomeriggio una serie di incontri con tutti i 218 sindaci dei Comuni del Friuli Venezia Giulia per fare il punto della situazione relativamente all'emergenza dei rifugiati e richiedenti asilo.
Oggi ha incontrato, nel dettaglio, i sindaci dei Comuni delle province di Pordenone, Gorizia e Trieste, mentre martedì prossimo riunirà i sindaci della provincia di Udine. "Ho voluto incontrare i sindaci - ha spiegato il vicepresidente - in quanto ritengo sia necessario attivare una serie di azioni mirate e di analisi in relazione ai migranti presenti in Friuli Venezia Giulia a seguito dell'emergenza nata in Nord Africa. Lontano da qualsiasi forma di strumentalizzazione politica, preso atto che la Regione Friuli Venezia Giulia, così come tutte le altre Regioni italiane, è chiamata dallo Stato ad attuare un protocollo di emergenza sottoscritto con il Ministero degli Interni, il mio intendimento è quello di continuare a gestire questa emergenza in maniera coordinata con i sindaci, sentendo le necessità di ogni singolo territorio". In particolare il vicepresidente e il prefetto hanno sollecitato i Comuni ad individuare da un lato strutture che possano ospitare i migranti al di là degli alberghi, e dall'altro ad attivare corsi di formazione o iniziative di volontariato: "L'invito che abbiamo fatto ai Comuni - ha spiegato Ciriani - è quello di trovare sistemi affinché queste persone possano essere impiegate gratuitamente nel territorio: un modo anche per dar loro la possibilità di restituire in termini di impegno e collaborazione quanto ricevuto sul fronte dell'accoglienza e della solidarietà".
Azioni simili - ha spiegato il prefetto - sono possibili non sotto forma di lavoro retribuito ma di formazione e volontariato. "Ad oggi - ha spiegato ancora il vicepresidente Luca Ciriani - sono 363 i migranti arrivati in Friuli Venezia Giulia dall'inizio dell'emergenza; tra loro vi sono 11 gruppi familiari, 38 donne e molti adolescenti e bambini". Nel corso dell'incontro il vicepresidente ha verificato anche la bontà della scelta strategica di dividere gli immigrati in piccolo gruppi per avere un basso impatto sui singoli comuni.
ARC/Com/PPD