(ACON) Trieste, 24 nov - "Sabato scorso, 22 novembre, nel
suggestivo Mulino di Basaldella, a Campoformido, si è svolto un
incontro dedicato al tema della violenza di genere. Un momento di
confronto intenso e partecipato", fa sapere in una nota Simona
Liguori, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia-Civica
Fvg e coordinatrice dell'incontro "che ha toccato nel profondo i
numerosi presenti e che ha visto la partecipazione del sindaco,
Massimiliano Petri, dell'assessore Gianni Londero e della
consigliera alle Pari Opportunità, Barbara Bacchetti".
La consigliera Liguori evidenzia di aver ricordato "come la lotta
al femminicidio richieda un impegno collettivo chiaro e
determinato. La società deve garantire protezione immediata alle
vittime, ma anche un percorso di sostegno a lungo termine. Il
femminicidio infatti lascia dietro di sé vite spezzate, e tra chi
paga il prezzo più doloroso ci sono gli orfani, il cui futuro non
può essere lasciato al caso".
L'esponente dei civici rende noto anche di "aver presentato la
propria proposta di legge 20 sull'assunzione per chiamata diretta
dei figli delle vittime di femminicidio, depositata e
sottoscritta anche dai consiglieri Putto, Honsell, Pellegrino,
Capozzi, Fasiolo, Pisani, Massolino e Moretuzzo. La proposta
punta a offrire ai figli delle vittime residenti nella nostra
regione un accesso diretto al lavoro nella pubblica
amministrazione, affinché chi ha vissuto una tragedia così
profonda non debba affrontare un futuro segnato da precarietà ed
esclusione legati all'evento di sangue".
"La consigliera alle pari opportunità del Comune di Campoformido,
Barbara Bacchetti, ha espresso il proprio sostegno alla proposta
di legge - così ancora la Liguori - e ha suggerito la possibilità
di estenderne l'applicazione anche alle società partecipate,
ricordando come già nel Ccnl gas-acqua siano state introdotte
tutele specifiche per le vittime di violenza di genere e come,
proprio in Cafc, su sua richiesta, sia stata prevista la
possibilità di prolungare il periodo di smart working per le
lavoratrici coinvolte in situazioni di violenza".
"Protagonista della serata è stata Rebecca Ferrandi, affiancata
dall'amica Taryn Sebastiani, che con grande coraggio ha deciso di
raccontare pubblicamente gli episodi di violenza verbale,
psicologica e fisica subiti in ambito familiare da lei e da suo
figlio. Una testimonianza diretta, forte, che ha messo in luce
come troppo spesso ciò che appare come amore sia in realtà una
manipolazione che parte dalle parole per trasformarsi in
aggressioni sempre più gravi. Rebecca - afferma la consigliera
regionale - ha ricordato come uscire dalla violenza sia possibile
anche grazie al lavoro prezioso delle reti antiviolenza,
sottolineando però l'importanza di potenziare ulteriormente i
servizi: molte donne sono costrette a fuggire dalla propria casa
senza poter portare con sé nemmeno l'essenziale e necessitano
quindi di un supporto psicologico, legale e sociale più
strutturato e uniforme sul territorio. È emersa, grazie al
contributo dell'avvocata Samantha Zuccato, la necessità di
aggiornare i protocolli antiviolenza coinvolgendo le numerose
risorse professionali presenti sui territori".
"Nel corso del dibattito, la psicologa Caterina Foi ha
approfondito il significato di violenza di genere, offrendo al
pubblico strumenti utili per riconoscerla e comprenderne le
dinamiche. L'avvocato Francesco De Carlo ha sottolineato
l'importanza dell'educazione ai sentimenti e all'affettività dei
giovani quale strumento per liberarli dagli stereotipi
maschilisti. L'incontro - conclude la nota della consigliera
regionale - si è concluso con un forte messaggio condiviso: la
violenza di genere può e deve essere contrastata attraverso
testimonianze coraggiose, servizi efficaci e un impegno politico
capace di tradursi in strumenti concreti di tutela e di futuro
per le vittime e per i loro figli".
ACON/COM/rcm