ALPINI. GHERSINICH (LEGA): LA SINISTRA TRAVISA LA REALTÀ

(ACON) Trieste, 17 nov - "Suscita stupore e un po' di amarezza in una persona che, come me, ha vestito la divisa per tutta la vita, vedere come certa sinistra continui a raccontare la realtà secondo la propria convenienza politica, arrivando perfino a dipingere come pericoloso un momento di festa, tradizione e orgoglio nazionale come la Settimana del cappello alpino". Così, in una nota, il consigliere regionale della Lega, Giuseppe Ghersinich, in risposta alle dichiarazioni della consigliera Massolino. "È profondamente sbagliato - afferma Ghersinich - voler creare nei cittadini, e nei bambini in particolare, una distanza o addirittura una paura verso la divisa. La divisa è servizio, impegno, sacrificio: è ciò che permette a tutti noi di vivere in sicurezza. Gli alpini, in particolare, rappresentano un'eccellenza italiana riconosciuta nel mondo, fatta di solidarietà, protezione civile, interventi nelle emergenze e nei territori. Vederli come un problema significa ignorare la storia di questo Paese. Il consigliere ricorda anche che "in un film universalmente considerato un inno alla vita e non certo alla guerra come La vita è bella, il piccolo Giosuè sogna di salire su un carro armato. E quel sogno diventa il simbolo della sua liberazione dal campo di concentramento. Dovremmo forse censurare anche quello?". Ghersinich sottolinea inoltre che "nessuno grida allo scandalo quando, nelle manifestazioni delle Frecce tricolori, ai bambini è consentito salire sugli aerei o quando, alle cerimonie degli alpini, possono provare i cappelli e avvicinarsi ai mezzi storici. Si tratta di momenti educativi e culturali, che avvicinano le nuove generazioni a valori come l'appartenenza, il rispetto e il servizio alla comunità. Forse la consigliera Massolino vuole chiudere anche il Museo Diego de Henriquez?", si chiede il consigliere. Poi l'affondo politico: "Secondo la sinistra, un bambino che sale per pochi minuti su un mezzo diventerebbe improvvisamente un aspirante soldato. Ma quando si tratta di bombardare i più piccoli con teorie sull'identità di genere che rischiano davvero di creare confusione, allora ogni dubbio diventa tabù. Due pesi e due misure che i cittadini hanno imparato a riconoscere". "Personalmente - conclude Ghersinich - sono felice che i bambini possano conoscere da vicino il Corpo degli alpini, incontrare donne e uomini che servono la comunità e vedere la divisa come un luogo sicuro, non come un nemico. Ed è triste che qualcuno provi a rovinare anche questo con una propaganda ideologica sulla scia della propaganda woke". ACON/COM/aa