SCUOLA. PELLEGRINO (AVS): RIDURRE NUMERO DI STUDENTI PER CLASSE

(ACON) Trieste, 15 nov - "Quando si parla di scuola, in Italia, il dibattito pubblico sembra allontanarsi progressivamente dall'essenziale: garantire a ogni bambino un ambiente in cui sia possibile apprendere con serenità, crescere, essere ascoltati e valorizzati. Negli ultimi anni, invece, la discussione si è concentrata su approcci securitari e punitivi, dal voto in condotta alle sospensioni per le occupazioni, fino alla criminalizzazione degli studenti. Perfino quando si parla di didattica, lo si fa quasi esclusivamente per modificare aspetti formali dell'esame di Stato o per tagliare insegnamenti e organici. Alleanza Verdi e Sinistra sceglie invece di rimettere al centro l'istruzione, i bisogni educativi reali e la qualità del tempo scuola". Così, in una nota congiunta, la consigliera regionale di Avs, Serena Pellegrino, Sebastiano Badin, segretario regionale di Sinistra Italiana Fvg e Emanuel Oian, responsabile scuola di Sinistra Italiana Fvg. "In questo Paese - osserva Badin, - abbiamo perso di vista il valore della scuola come luogo di inclusione e cittadinanza. Interveniamo là dove davvero si migliora l'apprendimento: nel rapporto tra alunni e insegnanti. Ridurre il numero di studenti per classe significa restituire tempo, attenzione e cura a ogni ragazzo e ragazza, e soprattutto ai più fragili". "La proposta di legge d'iniziativa popolare, presentata oggi - ancora nella nota stampa -, nasce dal paradosso che le scuole italiane vivono quotidianamente: mentre la denatalità porta a una costante diminuzione del numero di iscritti, i governi continuano a tagliare insegnanti e personale, ma le classi restano sovraffollate. Nel 2025/26 verranno eliminati 5.660 posti di docente, e dal 2026 anche centinaia di collaboratori scolastici. Tuttavia, le aule continuano a ospitare 27, 30, perfino più di 30 studenti, spesso con più presenze di alunni con disabilità nella stessa sezione. Una condizione che rende impossibile realizzare una didattica personalizzata, alimenta il disagio, compromette l'inclusione e impedisce agli insegnanti di svolgere adeguatamente il proprio ruolo". "La nostra legge disinnesca il racconto tossico dell'inverno demografico - spiega Oian -. Si continua a ripetere che, con meno nascite, le classi si svuoteranno da sole. Ma non sta accadendo. Al contrario, mentre gli studenti diminuiscono, i tagli aumentano e il sovraffollamento rimane. La nostra proposta mette criteri chiari e finalmente applicabili: classi tra 14 e 20 studenti, con limiti più bassi in presenza di alunni con disabilità, perché l'inclusione non può essere solo una parola, deve essere una condizione reale". "La proposta - continua la nota stampa degli esponenti di Sinistra italiana - interviene anche su aspetti strutturali rimasti irrisolti da anni: la riduzione del rapporto alunni/docente, l'aumento dell'organico Ata, la revisione dei criteri del dimensionamento che penalizza soprattutto le aree più fragili del Paese. Si tratta di una risposta diretta agli effetti delle politiche avviate nel 2008, quando, in nome della razionalizzazione della spesa, furono tagliati oltre 130.000 posti tra docenti e personale Ata, ridotte le ore di compresenza, limitato il tempo pieno e introdotti criteri di formazione delle classi ancora oggi responsabili di molte 'classi pollaio'". "È un paradosso chiedere agli insegnanti di personalizzare la didattica, ma costringerli a farlo in classi da trenta studenti. - afferma Serena Pellegrino -. Ci troviamo di fronte a un tradimento delle promesse costituzionali, che diventano lettera morta quando un insegnante deve seguire contemporaneamente una trentina di ragazzi con bisogni diversi, talvolta con più alunni con disabilità nella stessa aula. Questa proposta riporta dignità alla scuola pubblica e offre finalmente agli studenti condizioni di apprendimento rispettose della loro individualità". Pellegrino ricorda anche che "regioni come il Friuli Venezia Giulia, tra aree interne, zone di confine e territori a bassa densità, hanno bisogno di una scuola capace di garantire equità e continuità educativa: ridurre il numero di studenti per classe significa permettere alle ragazze e ai ragazzi del Fvg di crescere e studiare in modo dignitoso, senza essere penalizzati dalla geografia e mantenendo le autonomie dei comprensori scolastici, che meglio possono conciliare le sensibilità locali, come nel recente caso di Fossalon di Grado". A sottolineare la sostenibilità della proposta interviene, infine, Claudio Vicentini, co-portavoce di Europa Verde Fvg: "Da quindici anni la scuola è trattata come un bancomat. Tagli, accorpamenti, organici ridotti: tutto mentre aumentano fragilità, disagio psicologico e povertà educativa. Ridurre il numero di alunni per classe è la misura più semplice, più efficace e più giusta per contrastare la dispersione e restituire qualità all'insegnamento". "La proposta non pretende di risolvere tutto, ma rappresenta una svolta concreta e comprensibile per le famiglie: più insegnanti, classi meno affollate, più inclusione, più tempo scuola, più benessere. Un investimento reale sul futuro del Paese, in un contesto in cui l'Italia spende solo il 4,1% del Pil in istruzione, uno dei valori più bassi dell'Unione Europea. La partecipazione - si evidenzia nella nota stampa - sta già dando un segnale potente: la proposta è stata firmata online da quasi 25mila persone attraverso il portale del ministero della Giustizia, accessibile tramite Spid, e potrà essere firmata anche nei numerosi banchetti che verranno organizzati in tutto il Friuli Venezia Giulia nelle prossime settimane". "È un atto di responsabilità verso le nuove generazioni. - si conclude nella nota - Le classi pollaio devono diventare un ricordo del passato. Una scuola che funziona non è un costo: è la base di una società più giusta, inclusiva e capace di guardare al futuro" ACON/COM/sm