Trieste 01 giu - Grazie alla sempre più stretta cooperazione tra gli uffici dell'Amministrazione regionale e la Guardia di Finanza, avviata sulla base di un Protocollo d'intesa siglato nel dicembre del 2009, è stato possibile individuare preventivamente una truffa sui fondi comunitari per oltre 11 milioni di euro. L'operazione, denominata ''Luce 1993'', è stata illustrata oggi in un incontro con la stampa dal presidente della Regione Renzo Tondo e dal comandante provinciale di Trieste delle Fiamme Gialle, il colonnello Pier Luigi Mancuso. ''La collaborazione fra la Regione e la Guardia di Finanza - ha detto Tondo - ha permesso di scoprire la truffa ex ante, un fatto significativo perché è sempre molto complicato e difficile recuperare ex post le somme indebitamente percepite. Insomma, stavolta siamo riusciti a chiudere la stalla prima che i buoi scappino. È un risultato importante, soprattutto in un momento come questo, in cui si percepisce nei cittadini una sfiducia nelle istituzioni''. ''Gli imprenditori - ha aggiunto il presidente - si lamentano spesso, e giustamente, dei tanti controlli, delle verifiche eseguite dagli uffici regionali sulle domande di contributo. Ma un caso come questo dimostra che i controlli sono comunque necessari, quando si ha a che fare con denaro pubblico. Desidero ringraziare gli uffici della Regione, che hanno dimostrato ancora una volta grande capacità e alto profilo etico''. Il ''campanello d'allarme'' che ha messo gli uomini delle Fiamme Gialle triestine sulla strada giusta è suonato, come hanno spiegato nella conferenza stampa, proprio grazie alla continua e costante collaborazione con gli uffici regionali, in questo caso con quelli della direzione Attività produttive. Dopo la sigla del Protocollo con la Guardia di Finanza del Friuli Venezia Giulia, i contatti sono infatti diventati praticamente quotidiani permettendo, attraverso l'incrocio dei dati, di affinare gli strumenti di indagine. La truffa scoperta è molto complessa e presenta diversi profili di reato, al vaglio attualmente della Procura della Repubblica di Trieste. Al centro del meccanismo c'è una società triestina, che ha emesso false fatturazioni per un importo superiore ai 10 milioni di euro a favore di altre imprese di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia (22 i soggetti coinvolti), un meccanismo che permetteva a queste ultime di abbassare l'imponibile ed evadere il fisco. Mascherandosi dietro questa falsa attività, la società triestina ha quindi presentato domanda per ottenere i fondi comunitari Obiettivo 2, sulla base dei bandi emessi e cofinanziati dalla Regione per il periodo di programmazione 2007-2013, che prevedono contributi fino al 50 per cento dei costi sostenuti. La falsa ditta ha presentato quattro progetti nel campo informatico, gonfiando artificiosamente i preventivi, per ottenere contributi di oltre 11 milioni di euro. Come ha osservato il colonnello Mancuso, è stata sventata una distrazione di fondi comunitari, che avrebbe finito per alimentare a sua volta il circuito dell'economia illegale. Le risorse europee potranno così essere destinate al loro scopo istituzionale: incentivare gli imprenditori onesti per contribuire allo sviluppo dell'economia del Friuli Venezia Giulia. ARC/PF