Il governatore alla presentazione dell'ultimo romanzo di Oscar
Farinetti
Tarcento, 7 nov - "La politica ha molto da imparare dal
silenzio perché, soprattutto ultimamente, la politica parla
troppo: il libro di Farinetti tocca un tema importante, perché
dietro una persona che sa stare in silenzio c'è la capacità di
osservare e quindi la possibilità di poter creare un giudizio
dopo l'osservazione. Oggi invece la continua esposizione
comunicativa, soprattutto con l'avvento dei social, fa
confondere, tende a impedire l'approfondimento, che invece è
sempre necessario, e distrae dagli obiettivi reali di chi
amministra la cosa pubblica".
È la riflessione che il governatore del Friuli Venezia Giulia
Massimiliano Fedriga ha elaborato in occasione della
presentazione alla Sala Margherita di Tarcento dell'ultimo
romanzo di Oscar Farinetti "La regola del silenzio", organizzata
dalla Pieve arcipretale San Pietro apostolo come occasione di
confronto sul tema del silenzio come linguaggio autentico, come
occasione per ritrovare armonia nelle relazioni.
"Tenevo a essere qui stasera e faccio i complimenti a Farinetti
perché i romanzi sono belli ma quelli che fanno riflettere sono
fondamentali: l'ascolto è ciò che rende forte una comunità e
l'osservazione è ciò che rende competitiva un'azienda. Ci
dovremmo sempre porre la domanda: chi parla di più è quello che
fa di più? E' una domanda che mi sono posto ultimamente quando il
mio silenzio nel corso delle settimane in cui si evolveva
l'intesa per la nomina dell'Autorità portuale è stato
interpretato da alcuni come disinteresse: in realtà seguivo nel
dettaglio l'evolversi di tutto" ha raccontato Fedriga.
Introdotta dall'arciprete mons. Luca Calligaro, la conversazione
tra l'autore e il critico Mario Brandolin, ha toccato i
principali temi sollevati dal romanzo, il primo scritto tra la
ventina di saggi finora firmati dal fondatore di Eataly, che ha
esordito con i complimenti all'Amministrazione regionale per la
mostra "Confini. Da Gauguin a Hopper" a Villa Manin.
Farinetti ha visitato stamane l'esposizione, definendola un inno
alla bellezza e anche alla sacralità del silenzio, cardine di
ogni ispirazione artistica.
ARC/EP/gg