Per la prima firmataria, Simona Liguori (Patto per
l'Autonomia-Civica Fvg), serve dimostrare che la politica può
essere strumento di progresso
(ACON) Trieste, 5 nov - Manca l'assessore di riferimento, ma
soprattutto c'è bisogno di approfondire l'impatto della norma
sulla collettività: ecco perché la I Commissione, presieduta da
Markus Maurmair (FdI), ha deciso di rinviare ad altra data
l'espressione del parere sulla proposta di legge 20 - assegnata
alla III Commissione - inerente l'assunzione per chiamata diretta
dei figli delle vittime di femminicidio, presentata da Simona
Liguori con i colleghi del Gruppo Patto per l'Autonomia-Civica
Fvg, i componenti del Gruppo Misto, Laura Fasiolo del Pd e Marko
Pisani della Ssk.
Si tratta di 5 articoli per stabilire che l'Amministrazione
regionale è autorizzata ad assumere nel ruolo unico, per chiamata
diretta e personale e con qualifica corrispondente al loro titolo
di studio, gli orfani delle vittime di femminicidio verificatosi
in Friuli Venezia Giulia e i figli della vittima sopravvissuta
che abbia riportato un'invalidità permanente non inferiore al
50%, a condizione che siano residenti in regione e non abbiano
più di 35 anni.
La consigliera Liguori ha comunque detto alla Commissione di vite
sconvolte, futuro complicatissimo per i familiari delle vittime,
orfani che, di conseguenza, devono essere prioritariamente
tutelati. Tutti aspetti, oltre al confronto con due figli proprio
di una donna uccisa, che hanno portato a predisporre un testo che
"non nasce per caso - ha evidenziato la consigliera - ma per
garantire loro un riscatto e un inserimento sociale, perché
questi figli non devono subire oltre quanto accaduto. Dobbiamo
fornire loro una speranza di futuro e dimostrare che la politica
può essere strumento efficace di progresso".
Non solo, perché sempre da Liguori si è appreso che "la Regione
Sicilia, il 10 settembre scorso, ha dato il via libera a una
legge similare, che non è stata impugnata dallo Stato. Ritengo ne
vada tenuto conto".
ACON/RCM-fc