Udine, 20 mag - Se Gianpiero Fasola ha legato il suo nome a forse l'unica vera riforma del sistema sanitario in Friuli Venezia Giulia degli ultimi 20 anni, sono convinto che l'assessore Kosic ed io legheremo il nostro nome alla prossima che ormai diventa ineludibile. Le parole sono del presidente della Regione Renzo Tondo che, richiamandosi a quanto affermato dall'assessore alla Salute, ha portato il suo contributo al convegno di Udine ''L'oncologia motore dell'innovazione in sanità'', promosso dal Cipomo (Collegio italiano dei primari oncologi ospedalieri), di cui lo stesso Fasola, direttore di oncologia medica all'ospedale di Udine, è stato promotore insieme a Sergio Crispino. Nel suo intervento, Tondo ha ricordato i pilastri su cui si è incentrata l'azione della Giunta regionale nei primi tre anni di legislatura: la ricerca della coesione sociale e lo sviluppo delle infrastrutture, senza assolutamente trascurare i temi della sanità, rispetto alla quale si è cercato di continuare un percorso di ottimizzazione delle risorse e di miglioramento dei servizi, mettendo sempre i bisogni dei pazienti al centro delle scelte. Riferendosi poi al tasso di mortalità (il più alto d'Italia) per malattie tumorali in Friuli Venezia Giulia, Tondo ha confermato come l'aggiornamento della pianificazione regionale in ambito oncologico rappresenti una priorità nell'agenda della Giunta, perché le aspettative sono molto forti e quale punto qualificante dell'impegno nel settore sanitario. E' evidente, ha aggiunto il presidente, che occorre fare i conti con i crescenti costi legati in particolare ai nuovi farmaci. Per questo abbiamo il compito di creare le condizioni economiche per sostenere qualità dei servizi. Da qui l'esigenza di stimolare lo sviluppo per produrre ricchezza da investire in sanità. In questo contesto tutta la Pubblica Amministrazione deve affrontare con grande responsabilità il compito di gestire senza sprecare un euro. Una responsabilità che è di chi deve programmare e fare le scelte di governo; ma è anche delle Autonomie locali che non devono barricarsi dietro la difesa di un ospedale o di un distretto, guardando più alla tutela di interessi, pur legittimi, di chi vi opera piuttosto che a quelli di chi ha bisogno di un servizio; ed è pure della classe medica, che deve saper entrare in questa logica. Molto spesso non siamo riusciti ad affrontare un percorso di modernizzazione proprio perché ci siamo trovati di fronte a forti resistenze, ha affermato il presidente. Tondo ha quindi auspicato che gli atti del convegno di Udine possano diventare patrimonio di tutti e si è dichiarato disponibile a portare la proposta di queste valutazioni all'attenzione della Conferenza Stato-Regioni. ARC/PPD