GIUSTIZIA. CABIBBO (FI): SEPARAZIONE CARRIERE FONDAMENTALE PER EQUITÀ

(ACON) Trieste, 30 ott - "Il via libera definitivo alla riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere in magistratura rappresenta un passaggio fondamentale per rendere la giustizia italiana più equa, trasparente e rispettosa delle garanzie di tutti. È una riforma che Forza Italia sostiene con convinzione, coerente con la nostra storica battaglia per uno Stato di diritto moderno, vicino ai cittadini e capace di dare risposte rapide ed efficaci". Lo dichiara in una nota Andrea Cabibbo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, a margine dell'approvazione definitiva in Senato della riforma costituzionale. "Separare le carriere significa rafforzare il principio di terzietà e costruire un sistema più equilibrato - prosegue Cabibbo - capace di tutelare meglio insieme magistrati, avvocati e, soprattutto, cittadini. La giustizia non può essere percepita come un potere autoreferenziale, ma come un servizio per la collettività: questa riforma va esattamente in questa direzione". "Forza Italia - aggiunge Cabibbo - è inoltre favorevole alla proposta di 'regionalizzazione del personale giudiziario', che consentirebbe di assumere personale amministrativo per sopperire alle carenze di organico nel sistema giudiziario, considerata una delle cause principali di lentezza. L'obiettivo è migliorare l'efficienza dell'attività giudiziaria attraverso il potenziamento del personale amministrativo gestito a livello regionale. Questa criticità, nota e annosa, è emersa anche venerdì scorso nel corso di un incontro con la presidente della Corte d'appello di Trieste e con il viceministro Sisto. È nostro obiettivo lavorare per una giustizia sempre più efficiente e radicata nei territori, capace di rispondere ai bisogni concreti delle comunità locali". Cabibbo chiude: "Secondo la Banca d'Italia, l'inefficienza del sistema giudiziario italiano comporta una perdita tra l'1% e il 2,5% del Pil all'anno, per una cifra che può arrivare, nel caso peggiore, a circa 40 miliardi di euro. Questo costo si riverbera anche in una riduzione dell'attrattività per gli investimenti esteri, il danneggiamento della competitività delle imprese, l'aumento della durata dei processi e diventa, in ultima analisi, un costo diretto per le imprese e i cittadini". ACON/COM/fa