(ACON) Trieste, 30 ott - "Già dall'illustrazione del
provvedimento, avevamo sollevato tre temi cruciali su cui abbiamo
presentato proposte integrative nell'articolato: la mobilità sui
percorsi casa-lavoro e casa-scuola, le mense e la diffusione del
modello dei ricreatori triestini sul resto del territorio
regionale. Sebbene la bocciatura degli emendamenti relativi alla
mobilità ci continua a sembrare una grave mancanza, apprezziamo
invece l'apertura a intraprendere un percorso sulle altre due
questioni sollevate, per le quali garantiamo tutta la nostra
collaborazione". Lo dichiara in una nota Giulia Massolino,
consigliera regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg,
all'indomani dell'approvazione del disegno di legge 59
sull'innovazione sociale.
"L'esperienza triestina dei ricreatori comunali - spiega la
Massolino - è un esempio virtuoso di servizio pubblico che
andrebbe esteso al resto del territorio regionale. I ricreatori
infatti offrono a bambine, bambini e adolescenti spazi sicuri e
stimolanti dove crescere, socializzare e sviluppare competenze,
in sinergia con la scuola e le famiglie. Diffondere questo
modello, attraverso progetti pilota adattati alle diverse realtà
locali, vuol dire investire nel lungo periodo in benessere,
socialità, coesione e inclusione, contribuendo anche alla
prevenzione del disagio e della povertà educativa. Con educatrici
ed educatori assunti direttamente dagli enti locali, i ricreatori
rappresentano una risorsa preziosa anche per contrastare la
dispersione scolastica e sostenere la conciliazione tra tempi di
vita e di lavoro delle famiglie. Si tratta di un investimento nel
futuro delle nostre e dei nostri giovani e nella forza delle
nostre comunità".
"È fondamentale che, nei casi in cui venga disposta l'estensione
dell'orario scolastico o l'attivazione di servizi post-scuola,
sia previsto anche un servizio mensa accessibile, sostenibile e
di qualità. Prolungare la permanenza di bambine e bambini a
scuola o nei servizi comunali senza garantire un pasto adeguato -
aggiunge la consigliera - significa trasferire sulle famiglie, e
spesso sulle madri, un carico organizzativo ed economico
aggiuntivo, vanificando, almeno in parte, l'obiettivo di favorire
la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro. La mensa
scolastica non è soltanto un servizio di supporto, ma rappresenta
un momento educativo e di socialità: consente di promuovere
comportamenti alimentari sani, orientare al consumo critico e
consapevole, diffondere valori di sostenibilità ambientale e
giustizia sociale, e sostenere le economie locali attraverso
l'utilizzo di prodotti biologici, di stagione e a chilometro
zero. Dovrebbero essere previsti anche investimenti adeguati per
la realizzazione di nuove mense, perché anche l'ambiente fisico
in cui si mangia ha un impatto fondamentale sull'educazione a
stare a tavola, insieme, mentre molto spesso le bambine e i
bambini sono costretti a mangiare in mense pollaio in cui non si
può nemmeno parlare".
"Spiace, invece, constatare che si sia persa l'occasione di
integrare le politiche regionali di innovazione sociale con
misure concrete per incentivare la mobilità sostenibile, attiva,
sicura sui percorsi casa-scuola e casa-lavoro, che riteniamo
debba essere riconosciuta come una componente essenziale del
welfare territoriale e un fattore determinante per la qualità
della vita, l'attrattività e la permanenza regionale, essendo
rilevante fattore di scelta in un possibile spostamento
lavorativo. In altre parti d'Italia - fa sapere ancora
l'autonomista - le Regioni compartecipano al costo degli
abbonamenti Tpl, per le e i dipendenti pubblici di ogni ente
pubblico o insieme alle aziende private, sostengono progetti di
infrastrutturazione adatti al bike to work nei luoghi di lavoro
(spogliatoi, stalli coperti sicuri, prese di ricarica per e-bike)
o di incentivazione degli spostamenti in bici con contributo
chilometrico, nonché sostengono percorsi di pedibus, o
piattaforme di car pooling o car sharing. La possibilità di
raggiungere in modo sicuro, economico e sostenibile il luogo di
lavoro o di studio incide direttamente sulla conciliazione dei
tempi di vita e di lavoro, sulla partecipazione sociale e sulla
riduzione delle disuguaglianze. Inoltre, una misura del genere ha
un impatto anche sulla riduzione degli scontri stradali, e del
relativo costo umano, sociale ed economico".
"Anche altri nostri emendamenti non hanno purtroppo trovato
spazio nel provvedimento, su cui infatti come gruppo consiliare
ci siamo astenuti - conclude la Massolino -. Avevamo proposto di
dare priorità agli interventi di welfare a carattere
universalistico, valorizzando quelle esperienze virtuose in cui
le imprese aprono le proprie iniziative di welfare all'intera
comunità, e non solo alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti.
Queste pratiche rappresentano un esempio concreto di
responsabilità sociale d'impresa e contribuiscono alla
costruzione di un vero welfare territoriale, inclusivo e
accessibile, mentre le misure esclusivamente aziendali restano
inevitabilmente limitate alle realtà economiche di maggiori
dimensioni. Sulla digitalizzazione, infine, continueremo a
spingere affinché le piattaforme digitali integrate raccolgano e
rendano accessibili informazioni sull'offerta dei servizi alla
cittadinanza forniti da enti locali, istituzioni ed enti del
Terzo Settore, favorendo così una rete informativa unica, chiara
e condivisa tra pubblico, privato e società civile".
ACON/COM/rcm