Udine, 06 mag - Il Friuli potrebbe essere in futuro ancora colpito da un terremoto e attualmente l'unica zona in sicurezza è quella già interessata dal sisma del '76, in considerazione del fatto che si è intervenuto con criteri antisismici nell'attività di ricostruzione; il resto del territorio è in condizioni di vulnerabilità come lo era il 6 maggio di trentacinque anni fa.
E' il prof. Marcello Riuscetti, docente dell'Università di Udine, a ricordare con un messaggio forte ciò che i sismologi vanno ripetendo da tempo e che in occasione del convegno organizzato per il 35° anniversario dalla Protezione civile regionale - in collaborazione con le Università di Udine e Trieste, il Museo friulano di Storia naturale, l'Osservatorio geofisico sperimentale di Trieste ed il Centro di Ricerche sismologiche di Udine - è un ulteriore stimolo a riflettere sulla necessità delle politiche di prevenzione. Aperto dal vicepresidente della Regione Luca Ciriani, alla presenza del capo dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli, e del già commissario straordinario per la ricostruzione Giuseppe Zamberletti, il convegno conclude oggi un'intensa settimana di incontri e commemorazioni per il trentacinquesimo del terremoto, una ricorrenza importante, ha sottolineato Ciriani, per ricordare le vittime di quel tragico evento ma soprattutto occasione per aggiornare e imparare le conoscenze in materia di prevenzione.
Gabrielli, intrattenendosi con i giornalisti a margine del convegno che verrà concluso in tarda mattinata dal presidente della Regione Renzo Tondo, ha confermato che occorre raccogliere un'altra delle grandi sfide di questi tempi, che ''è quella di una reale e concreta diffusione della conoscenza della protezione civile e di una cultura di protezione civile di cui credo - ha detto il capo dipartimento - il nostro Paese difetti ancora in molti contesti''. In Friuli Venezia Giulia la forbice di spesa stimata dai ricercatori dell'Università di Udine per la messa in sicurezza della regione, paragonabile a quella ottenuta nell'area della ricostruzione, va dai 7 ai 15 miliardi.
Grazie al progetto ''ASSESS'' è attualmente al vaglio il rischio sismico negli edifici scolastici con la creazione di un complesso modello, illustrato al convegno dal prof. Stefano Grimaz dell'ateneo friulano, che evidenzia criticità ed esigenze di intervento nelle 1.022 scuole presenti in Friuli Venezia Giulia (la metà delle quali in provincia di Udine). Alla fine del 2013 le ispezioni alle strutture scolastiche dovrebbero essere concluse e consentire di avere il quadro generale per avviare le politiche mirate di riduzione del rischio sismico. ARC/EP