L'assessore è intervenuto a Gorizia al convegno "Collio
Evolution: passato, presente e futuro del Friulano"
Gorizia, 25 ott - "Il Friulano rappresenta un patrimonio
identitario e produttivo che merita di essere raccontato con
autenticità, passione e continuità. È un vino che esprime
carattere, storia e una precisa identità, capace di valorizzare
il territorio e le persone che lo coltivano. Per questo è
particolarmente importante costruire una narrazione più puntuale
e condivisa, che accompagni il lavoro dei produttori e permetta
di far conoscere al meglio ciò che questo vitigno sa offrire".
Con queste parole l'assessore regionale alle Risorse
agroalimentari, forestali e ittiche, Stefano Zannier, è
intervenuto questa sera a Gorizia, presso il Palazzo della
Prefettura, in occasione del convegno inaugurale "Collio
Evolution: passato, presente e futuro del Friulano", organizzato
dal Consorzio Tutela Vini Collio.
Zannier, che ha portato i saluti del governatore della Regione,
Massimiliano Fedriga, ha evidenziato come "il Friulano
rappresenti un elemento distintivo del patrimonio agricolo e
culturale regionale, capace di unire tradizione e innovazione
attraverso il lavoro e la competenza dei produttori".
Nel suo intervento, l'assessore Zannier ha ricordato il percorso
di maturazione del comparto vitivinicolo dopo la perdita della
denominazione Tocai, sottolineando "l'impegno del sistema
produttivo regionale nel consolidare la qualità e nel promuovere
una comunicazione coerente con la storia e l'identità del
territorio".
"Il Friulano - ha aggiunto l'esponente dell'Esecutivo - possiede
una forte identità e una qualità che si esprime ai massimi
livelli nelle diverse aree del Friuli Venezia Giulia. È un vino
che continua a evolversi e a rappresentare una parte essenziale
della nostra storia agricola e della nostra cultura produttiva".
L'assessore Zannier ha infine ribadito che il ruolo della
politica "è creare le condizioni per sostenere la crescita del
settore, favorendo la collaborazione e valorizzando l'impegno
quotidiano di chi lavora la terra e produce qualità".
ARC/PT/gg