L'assessore alla giornata formativa per medici promossa a Grado
da Ceformed e Arcs
Grado, 21 ott - "Il rinnovamento dell'assetto sanitario
regionale è un lavoro di tutti gli attori in campo che richiede
un salto di qualità culturale: consiste nel demolire l'approccio
verticale e nell'optare per un'organizzazione orizzontale in cui
è valorizzata la multidisciplinarietà, garanzia di maggiore
efficienza".
È il pensiero espresso dall'assessore regionale alla Salute
Riccardo Riccardi nel corso della giornata formativa organizzata
al Palazzo dei Congressi di Grado da Ceformed e da Arcs,
l'Agenzia regionale per il coordinamento della salute.
"Se non facciamo le riforme - ha rilevato Riccardi nel suo
intervento dal palco - rischiamo che i cittadini si dividano in
tre categorie: chi avrà le cure, chi le avrà mettendo mano al
portafogli e i più fragili, che rimangono fuori: questo non deve
accadere perché il diritto universale alla salute è sacrosanto ed
è sancito dalla nostra Costituzione".
Come ha osservato l'assessore, "proprio i mutati bisogni della
nostra società, che vedono prevalere le cronicità sulle acuzie,
richiedono una maggiore multidisciplinarietà ed enfatizzano
l'importanza delle cure primarie e di quel filtro che garantisce
l'appropriatezza delle prestazioni e scongiura gli sprechi". In
quest'ottica secondo Riccardi possono giocare un ruolo molto
importante i medici di medicina generale, grazie alle Aft, le
aggregazioni funzionali territoriali, e grazie al loro
coinvolgimento nelle case di comunità, "per le quali l'obiettivo
alla portata è di aprirne sei entro la fine dell'anno".
"La sfida è far recuperare il ruolo fiduciario con il paziente
che un tempo il medico di medicina generale aveva, cosa che oggi
è diventato molto complicata", così l'assessore. Secondo Riccardi
le precondizioni ci sono: "Il Friuli Venezia Giulia viene
indicato dalle stesse organizzazioni sindacali dei medici come
modello per gli accordi integrativi stipulati con i medici di
medicina generale e con i pediatri di libera scelta cui seguirà a
breve quello con gli specialisti ambulatoriali. Senza dimenticare
che per sgravare i camici bianchi dagli adempimenti burocratici
la Regione provvede a fornire loro un contributo finanziario per
l'attivazione del collaboratore di studio".
La questione, come ha ripetuto l'assessore, non è solo legata
alle risorse, ma riguarda la riorganizzazione e il riequilibrio
generale del sistema. Tuttavia, "la Regione si trova nella
posizione invidiabile di disporre di un apporto pro capite per la
salute tra i più alti d'Italia, con i conti in ordine e, in
questo 2025 per la prima volta, senza la necessità di rabboccare
la disponibilità finanziaria, il che consente una programmazione
più ordinata e una negoziazione con le direzioni su obiettivi ben
precisi da conseguire".
ARC/PPH/gg