Sottoscritto a Staranzano il memorandum che apre la strada alla
definizione del Contratto di fiume vero e proprio che punta a
coinvolgere anche la Slovenia
Staranzano, 20 ott - "La firma di questo Documento d'intenti
segna un passaggio di grande rilievo per la nostra Regione e per
tutti i territori attraversati dall'Isonzo. Non è una firma
qualunque: è l'inizio di un percorso che punta a dare una
governance forte, condivisa e moderna a un fiume che, per la sua
natura, non appartiene a un solo territorio ma a due Stati, due
comunità e due culture strettamente intrecciate. Questo è il
momento in cui i soggetti coinvolti scelgono di sottoscrivere un
documento che unisce obiettivi, responsabilità e visione. La
Regione sosterrà questo percorso con convinzione e continuità".
È il concetto espresso dall'assessore regionale alla Difesa
dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile Fabio Scoccimarro
alla firma, avvenuta questa mattina nel municipio di Staranzano,
del Documento d'intenti verso il contratto di Fiume Isonzo, da
parte oltreché della Regione, dall'Autorità di Bacino
distrettuale delle Alpi Orientali, dai Comuni di Gorizia, Farra
D'Isonzo, Fiumicello Villa Vicentina, Fogliano Redipuglia,
Gradisca, Grado, Mariano del Friuli, Ronchi dei Legionari, Ruda,
Sagrado, San Canzian d'Isonzo, San Pier d'Isonzo, Savogna
d'Isonzo, Staranzano, Turriaco e Villesse, dagli Ordini degli
Ingegneri e quello degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e
Conservatori della provincia di Gorizia, da Irisacqua, dai
Consorzi di bonifica della Venezia Giulia e della Pianura
Friulana, dei Circolo Legambiente "Ignazio Zanutto" e di Gorizia,
dall'Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann,
dall'Associazione Lacus Timavi, dall'Associazione Punta Barene e
dell'Associazione per la Conservazione della Natura Co.Na.
Scoccimarro ha rimarcato che "l'Isonzo è un fiume 'sacro' alla
Patria, ma è anche un fiume vivo, che attraversa riserve
naturali, aree di pregio ambientale e luoghi di grande valore
paesaggistico e sociale. Proteggerlo significa investire sulla
sicurezza idraulica, sulla qualità dell'acqua, sulla biodiversità
e, allo stesso tempo, su un modello di sviluppo territoriale
fondato sulla sostenibilità, sulla mobilità lenta e sulla
valorizzazione delle identità locali. La natura transfrontaliera
dell'Isonzo rende questo contratto molto più di uno strumento di
pianificazione ambientale: un vero e proprio ponte di
cooperazione internazionale. Per questo, la Regione Friuli
Venezia Giulia ha voluto inserire nel Documento di Intenti un
obiettivo specifico di governance, volto ad attivare
interlocuzioni con il ministero degli Affari esteri e a
valorizzare il ruolo della Commissione mista Italo-Slovena per
l'Idroeconomia, istituita nell'ambito dell'Accordo di Osimo del
1975. È in quella sede che si possono affrontare con serietà e
con strumenti adeguati questioni centrali come la gestione delle
portate e delle derivazioni idroelettriche, che incidono in modo
rilevante sulla vita ecologica e idrologica del fiume".
Ringraziando la senatrice Francesca Tubetti, anch'ella presente,
per l'azione di sensibilizzazione svolta nei confronti del
Governo e in particolare del Ministero degli esteri, Scoccimarro
ha sottolineato che "grazie a questo dialogo
politico-istituzionale, lo strumento del Contratto di Fiume potrà
rafforzare la capacità negoziale del territorio e della Regione
nei confronti della controparte slovena, rendendo più efficace il
lavoro della Commissione Mista. Tra i temi aperti figura anche la
questione della diga di Solkan, un nodo tecnico e politico che
condiziona i flussi idrici a valle e che da tempo è oggetto di
attenzione da parte dei territori. Anche su questo fronte, il
Contratto di Fiume potrà rappresentare uno strumento utile a far
emergere con chiarezza le istanze locali, dando loro un canale di
dialogo istituzionale diretto e strutturato".
L'assessore ha infine spiegato che il Contratto di Fiume "punta a
superare frammentazioni amministrative, costruendo un quadro
unitario in cui le pianificazioni comunali, regionali e nazionali
possano dialogare efficacemente dando voce al territorio".
ARC/MA/ep