LAVORO. AULA RINVIA IN COMMISSIONE MOZIONE MORETTI RETRIBUZIONE MINIMA

(ACON) Trieste, 30 set - Prevedere una retribuzione minima oraria di 9 euro nei contratti di appalto pubblici, sollecitando Governo e Parlamento a recepire la Direttiva europea sui salari minimi. Era questo l'impegno richiesto alla Giunta regionale dalla mozione presentata dal capogruppo del Partito democratico, Diego Moretti, sottoscritta anche da consiglieri degli altri gruppi di Opposizione e il cui esame è stato rinviato dall'Aula, con voto unanime, alla Commissione consiliare competente, in attesa della pronuncia della Corte costituzionale sulla legge in materia già approvata dalla Regione Toscana. È stato Claudio Giacomelli, capogruppo di Fratelli d'Italia, a riconoscere l'importanza del tema e a proporre di conseguenza "il rinvio della votazione della mozione, in attesa della sentenza della Corte costituzionale, così da orientare meglio le future mosse del Fvg". Come spiegato dal primo firmatario Moretti, la mozione "nasce dall'esigenza di garantire dignità al lavoro e ridurre le disuguaglianze, riconoscendo un salario minimo in linea con la Direttiva europea del 2022 e con l'articolo 36 della Costituzione". "L'Italia è uno dei cinque Paesi Ue, insieme ad Austria, Finlandia, Danimarca e Svezia, a non avere ancora una legge sul salario minimo", ha evidenziato ancora Moretti ricordando che "negli ultimi anni diversi Comuni, come Firenze, Napoli e Siracusa, hanno adottato indirizzi di tutela delle retribuzioni, e anche alcune Regioni hanno intrapreso questa strada, tra cui la Toscana che discuterà il prossimo 5 novembre, davanti alla Corte costituzionale, la legge in materia già approvata". Secondo Moretti "un salario minimo di 9 euro all'ora è una norma di civiltà, necessaria per superare le profonde contraddizioni di contratti collettivi che fissano retribuzioni al di sotto di tale soglia" "La mozione impegna la Regione a sostenere gli enti locali che vorranno introdurre nei propri appalti un trattamento minimo inderogabile", ha spiegato ancora il capogruppo dem evidenziando "la necessità di promuovere una legge sulla rappresentanza sindacale, così da evitare la firma di contratti sfavorevoli da parte di organizzazioni poco rappresentative". L'iniziativa ha raccolto in Aula ampio consenso. Rosaria Capozzi (M5S) ha evidenziato che "la competenza legislativa sul salario minimo è nazionale, ma le Regioni possono agire sugli appalti introducendo meccanismi premiali e clausole tecniche". La consigliera pentastellata ha, inoltre, ricordato "il presidio civico e la raccolta firme lanciate dal M5S a Udine nel maggio 2024 a sostegno dei salari". Massimo Moretuzzo (capogruppo del Patto per l'Autonomia-Civica) citando dati 2024 "che evidenziano un aumento dei contratti precari, il divario salariale del 33% a sfavore delle donne e stipendi più bassi del 25% per i giovani rispetto agli over 45" ha rimarcato come "il lavoro e le retribuzioni debbano diventare una priorità politica". Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) ha definito "la proposta una questione di dignità", mentre Laura Fasiolo (Pd) ha evidenziato che "sotto una certa soglia non si può più parlare di lavoro, ma di sfruttamento". Serena Pellegrino (Avs) ha parlato di "assunzione di responsabilità da parte della Regione Fvg verso la comunità", ricordando come "l'assenza di un salario minimo esponga i lavoratori al rischio di mafie e caporalato". Secondo Simona Liguori (Patto-Civica Fvg) la "misura tutela i lavoratori, impedendo la concorrenza sleale al ribasso, e restituisce dignità a chi svolge servizi essenziali, spesso in silenzio". La collega di gruppo Giulia Massolino ha citato "il caso emblematico dei 47 operatori museali assunti a Trieste con contratto di servizi fiduciari e che ha permesso purtroppo appalti al ribasso con retribuzioni da fame". Per Massimiliano Pozzo (Pd) "sussiste il paradosso di un racconto positivo sui numeri dell'occupazione a fronte di salari sempre bassi". Per il consiglire dem "la mozione è dunque un'occasione per dare un segnale". La mozione verrà dunque esaminata nuovamente in Aula entro il 1 febbraio 2026, come ha spiegato il presidente Mauro Bordin. ACON/SM-fa