Commercio e turismo: Bini, ddl semplifica e promuove il territorio

Il ddl ha incassato questa mattina il parere favorevole del Consiglio delle autonomie locali Udine, 9 set - Urbanistica commerciale, sostegno alle attività di vicinato e tassa di soggiorno. Sono questi i principali temi su cui si è concentrata la discussione nel corso della riunione odierna del Consiglio delle autonomie locali, durante la quale l'assessore regionale alle Attività produttive e turismo, Sergio Emidio Bini, ha illustrato il disegno di legge che introduce in Friuli Venezia Giulia il Codice regionale del commercio e del turismo, sul quale l'organo consultivo ha espresso parere favorevole. "Con questa norma vengono valorizzate, per la prima volta nel nostro Paese, in maniera coordinata le discipline del turismo e del commercio con l'obiettivo di attuare una promozione integrata del territorio: si passa da un sistema articolato su 14 leggi, 567 articoli e 29 regolamenti per i contributi a un'unica legge di 143 articoli con 7 regolamenti. Inoltre, per l'attuazione della norma sono già stati inseriti a bilancio 134 milioni di euro per il biennio 2026-27, di cui suddivisi in 66 milioni per il prossimo anno e 68 milioni per quello successivo", ha spiegato l'assessore. Il ddl si articola attraverso sei "pilastri": la semplificazione normativa; la creazione del masterplan per l'urbanistica commerciale con la mappatura delle superfici di vendita e il coordinamento regionale dei nuovi insediamenti, in particolare se di grandi dimensioni; il sostegno al commercio di prossimità e delle attività storiche, così da favorire l'apertura di nuovi negozi nei centri storici, nelle zone a indebolimento commerciale e nei piccoli comuni, oltre a prevedere contributi per le attività storiche; la promozione del turismo lento, in particolare attraverso la mobilità cicloturistica, i cammini turistici e le forme di ricettività ad essi collegate; dare impulso all'attività dei consorzi, con l'introduzione del piano strategico di marketing turistico e di un fondo contributivo ad hoc; infine l'innalzamento della qualità dell'offerta attraverso un nuovo disciplinare di classificazione basato sui servizi erogati alla clientela. Entrando nello specifico degli elementi contenuti nel ddl, Bini ha rimarcato che "ispirandosi al Masterplan già adottato per i siti industriali dismessi, il nuovo Codice prevede l'introduzione di una mappatura delle aree commerciali esistenti, che permetterà di avere contezza delle aree centrali e periferiche, delle tipologie di attività presenti, della densità commerciale e delle aree in crisi o sottoutilizzate. Un passaggio fondamentale nell'ottica della riforma dell'urbanistica commerciale, attraverso la quale la Regione punta a incentivare gli insediamenti di nuovi esercizi di vendita nei centri urbani. La nuova norma introduce ulteriori strumenti a sostegno delle attività di prossimità nei centri storici e soprattutto nella aree a indebolimento commerciale e nei piccoli comuni, dove sarà possibile ottenere anche l'abbattimento dell'affitto per i primi due anni di attività. Inoltre, le medie e grandi superfici di vendita per insediarsi in un centro storico dovranno semplicemente presentare una Scia al Suap territorialmente competente, mentre per le zone al di fuori dei centri storici sarà introdotta una conferenza dei servizi regionale che si esprimerà in merito all'autorizzazione. Al fine di limitare il consumo di suolo abbiamo inoltre previsto la possibilità per i Comuni di alzare gli oneri di urbanizzazione nel caso in cui l'insediamento sia previsto in aree non commerciali, ove si rende necessario un cambio di destinazione d'uso". In merito alla Tassa di soggiorno, l'assessore ha quindi rimarcato che "viene estesa a tutti i comuni la possibilità di introdurre la Tassa di soggiorno, per la quale a livello nazionale è fissato un tetto massimo di 5 euro a notte, lasciando alle singole amministrazioni la possibilità di stabilire l'importo della tassa e di avere più discrezionalità nella gestione delle risorse. I comuni potranno destinare agli investimenti fino al 50% delle risorse così ottenute". Infine, è stato osservato da Bini che il ddl punta fortemente a favorire la qualità del lavoro. "In accordo con le organizzazioni sindacali, la norma disincentiva i cosiddetti 'contratti capestro', sottoscritti da organizzazioni poco rappresentative e spesso sbilanciati a vantaggio del datore di lavoro. È infatti introdotta una premialità per le imprese che si attengono ai contratti sottoscritti dalle associazioni di settore maggiormente rappresentative a livello nazionale". ARC/MA/gg