Il governatore è intervenuto con un videomessaggio al Meeting di
Rimini
Trieste, 24 ago - "Oggi ci sono frontiere che si ripresentano
in forme nuove: guerre che lambiscono l'Europa, migrazioni di
dimensioni epocali, rivoluzioni tecnologiche ed energetiche che
irrompono nelle nostre vite e nelle nostre politiche. In questo
scenario il Friuli Venezia Giulia si conferma regione di confine
e, al tempo stesso, di connessione tra l'Adriatico e la
Mitteleuropa".
Lo ha detto oggi il governatore del Friuli Venezia Giulia e
presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, Massimiliano Fedriga, al Meeting per l'amicizia fra i
popoli di Rimini, intervenendo attraverso un videomessaggio
nell'ambito del panel intitolato "Le frontiere dell'Adriatico".
Come ha ricordato il massimo rappresentante della Giunta
regionale, l'Adriatico è da secoli crocevia di popoli, culture ed
economie: dalla Venezia dei commerci alle tensioni della Guerra
Fredda, fino all'attuale centralità dei porti.
"Le sfide che ci attendono - ha spiegato Fedriga - non ammettono
rinvii. La guerra in Ucraina e l'instabilità in Medio Oriente
impongono nuove priorità di sicurezza e politica estera.
L'economia globale è segnata da tensioni commerciali e dalla
competizione tra grandi potenze, con il rischio di una
frammentazione dei mercati. Sul fronte interno, siamo chiamati a
gestire la transizione energetica e digitale, evitando che si
allarghino nuove disuguaglianze sociali".
Ma, come ha sottolineato il governatore, è proprio nelle sfide
che il Friuli Venezia Giulia dimostra la sua vocazione. La
regione infatti rappresenta una porta d'Europa: il Porto di
Trieste, primo in Italia per traffico merci, è hub logistico ed
energetico che unisce Mediterraneo, Centro ed Est Europa grazie
all'intermodalità porto-ferrovia.
"Siamo inoltre - ha aggiunto Fedriga - il territorio della
conoscenza e dell'innovazione: l'Hydrogen Valley Fvg, le
università e i centri di ricerca, i progetti sull'intelligenza
artificiale e sulla digitalizzazione rafforzano la competitività
delle imprese e formano le nuove generazioni".
Il governatore ha poi affrontato il tema della transizione
energetica, ritenuta sì necessaria e inevitabile, ma, per come
programmata, capace anche di sollevare interrogativi concreti:
sui costi che cittadini e imprese dovranno sostenere, sulla reale
sostenibilità tecnologica di alcune soluzioni e sulla capacità
del nostro sistema industriale di reggere tempi così rapidi di
trasformazione.
"E soprattutto - ha evidenziato Fedriga - c'è il rischio che
altri Paesi del mondo posseggano quelle tecnologie in grado di
condizionare lo sviluppo dell'Europa e del nostro Paese. Sono
domande che meritano risposte pragmatiche, altrimenti il rischio
è che l'obiettivo condiviso finisca per generare nuove fragilità
economiche e sociali".
Infine, il governatore e presidente della Conferenza delle
Regioni ha rimarcato la matrice storica del Friuli Venezia
Giulia, regione che conosce il valore del dialogo e della
convivenza tra comunità diverse - italiani, sloveni, friulani,
tedeschi - trasformando le differenze in ricchezza comune, ma
sempre nel rispetto delle specifiche identità. Questa esperienza
può diventare un modello di cooperazione europea.
"L'Adriatico infatti - ha concluso Fedriga - non deve essere un
mare che separa, ma un ponte che unisce. In questo contesto il
Friuli Venezia Giulia, piccola regione ma con un ruolo
strategico, vuole continuare a essere una cerniera, tra
innovazione e sviluppo economico. Questa è la nostra vocazione.
Questa è la sfida che intendiamo condividere con tutte le regioni
dell'Adriatico".
ARC/COM/gg