(ACON) Trieste, 22 ago - "È dei giorni scorsi la notizia che
Meta, società di Mark Zuckerberg, ha chiuso sul social Facebook
il gruppo chiamato 'Mia moglie' con la motivazione di 'violazione
delle policy contro lo sfruttamento sessuale di adulti'. Diverse
migliaia di iscritti, per la stragrande maggioranza uomini, che
condividevano foto intime delle mogli, o presunte tali, a loro
insaputa. Una storia che ci indica il pericolo, non più tanto
emergente, della violenza digitale alla quale purtroppo
assistiamo ogni giorno scorrendo le immagini sui social".
Lo afferma, in una nota, Dusy Marcolin, presidente della
Commissione per le pari opportunità del Fvg (Crpo).
"Dopo segnalazioni e denunce - prosegue Marcolin - è arrivata la
rimozione di Meta. 'Non consentiamo contenuti che minacciano o
promuovono violenza sessuale, abusi sessuali o sfruttamento
sessuale sulle nostre piattaforme', queste le parole di un
portavoce della società americana nel dare notizia della
rimozione del gruppo 'Mia moglie' che ha proseguito dicendo che
se Meta dovesse venire a conoscenza conoscenza di contenuti che
incitano o sostengono lo stupro, la stessa società disabiliterà i
gruppi e gli account che li pubblicano e condividerà queste
informazioni con le forze dell'ordine".
"E per fortuna evidenziamo che ciò è avvenuto subito con le
segnalazioni fatte e invitiamo ardentemente a segnalare alla
Polizia postale ogni simile situazione venisse riscontrata
affinchè possano essere presi immediatamente dei provvedimenti.
Come Crpo non possiamo sottrarci dal contrastare e combattere con
ogni mezzo a disposizione e su tutti i fronti anche questa
subdola forma di violenza, a tutela in modo particolare delle
giovani generazioni che fruiscono in modo massiccio di questo
tipo di comunicazione. La loro sicurezza online è un dovere
collettivo: dobbiamo tutti assieme proteggere i giovani sui
social con dialogo, responsabilità e consapevolezza", conclude
Marcolin.
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