TONDO, UN "GRAZIE RICONOSCENTE" A NOSTRE TRUPPE IN LIBANO

Trieste, 13 gen - ''Il lavoro che le donne e gli uomini italiani in divisa stanno svolgendo in Libano, nell'ambito della missione ONU in atto nell'area, sono un profondo motivo di orgoglio per il nostro Paese'', ha sottolineato il presidente della Regione Renzo Tondo oggi in collegamento video tra Trieste e la base Unifil di Shama (al confine tra Israele e Libano) con il generale Guglielmo Luigi Miglietta, comandante della brigata ''Pozzuolo del Friuli'' e dell'intero Settore Ovest Unifil delle Nazioni Unite. Tondo, che nell'aprile 2009 visitò le località libanesi di Yanuh e Zbquin in occasione della consegna ufficiale alle due municipalità delle ambulanze donate dal Friuli Venezia Giulia, ha quindi voluto rimarcare gli altissimi livelli di preparazione e di professionalità delle truppe italiane impegnate in Libano e negli altri difficili scacchieri internazionali - un ricordo è stato dedicato a Matteo Miotto, caporal maggiore della Julia ucciso in Afghanistan lo scorso 31 dicembre - ed il lavoro dei militari italiani a favore non solo della pace ma anche delle popolazioni locali. ''Posso confermare - ha quindi osservato il presidente Tondo - la sempre stretta vicinanza del Friuli Venezia Giulia alla brigata Pozzuolo e a tutto il contingente italiano impiegato in questi mesi nel Sud del Libano'': un ''grazie riconoscente'' per l'encomiabile lavoro in atto in questi mesi (la Pozzuolo, partita per il Libano ad ottobre, rientrerà a Gorizia presumibilmente tra aprile e maggio), che testimonia l'impegno, anche umanitario, ha ancora affermato Tondo, che le donne e gli uomini con le stellette sanno svolgere al più alto livello. Ad inquadrare il lavoro della Pozzuolo e la situazione in Libano - 1.600 uomini che affiancano truppe provenienti anche da Brunei, Corea del Sud, Ghana, Francia, Malesia, Slovenia e Tanzania - sono quindi intervenuti lo stesso Miglietta dal Libano e, da Trieste, il generale Giovanni Ridinò, primo comandante della Cellula strategica Unifil all'ONU a New York, la professoressa Maria Rita Gismondo, responsabile del Laboratorio nazionale per il Bioterrorismo e le Pandemie (polo universitario ''Sacco'' di Milano''), il vice comandante della brigata, colonnello Antonio De Pascalis, ed il giornalista triestino Roberto Vitale, già portavoce del contingente italiano in Libano nel biennio 2008/2009 ed autore del libro ''Lampi di guerra sul Libano'' (con la prefazione del ministro degli esteri Franco Frattini), presentato nell'occasione. Il volume ''racconta'' infatti la missione di pace dei caschi blu dell'ONU in Libano durante la guerra nella Striscia di Gaza di tre anni fa, tra gli interventi per sostenere dei sempre precari ''cessate il fuoco'' e quelli per aiutare una popolazione stremata, descritta nella disperata quotidianità dei bambini e degli sfollati. E non a caso, il ricavato della vendita del libro sarà devoluto all'orfanatrofio della città di Tibnin, nel Libano meridionale. All'incontro odierno ed alla videoconferenza (curata dal settimo reggimento trasmissioni di Sacile e da Insiel) sono tra gli altri intervenuti il generale Roberto Bernardini, comandante delle Forze operative di difesa dell'Italia centro-settentrionale, gli onorevoli Roberto Antonione, Massimiliano Fedriga, Isidoro Gottardo e Carlo Monai, i sindaci di Gorizia e Pozzuolo, Ettore Romoli e Nicola Turello, i prefetti di Trieste, Alessandro Giacchetti, di Udine, Ivo Salemme, e di Pordenone, Pierfrancesco Galante, accanto a numerosi altri amministratori locali. ARC/RM