PASSO MONTE CROCE. MORETUZZO (PAT-CIV): AMIRANTE CEDE ALLE PRESSIONI

(ACON) Trieste, 30 lug - "Prendiamo atto del fatto che anche l'assessora Amirante, fino ad oggi molto prudente sulla soluzione definitiva per la viabilità del Passo di Monte Croce Carnico, ha ceduto alle sollecitazioni esercitate da alcuni mondi politici ed economici e si è improvvisamente dichiarata favorevole alla proposta di optare per un traforo in quota della lunghezza di 4,1 kilometri". Questo il commento, in una nota, del capogruppo di Patto per l'Autonomia-Civica Fvg, Massimo Moretuzzo alle dichiarazioni rilasciate dall'assessore regionale alle Infrastrutture, Cristina Amirante, a margine dell'incontro tenutosi oggi, nella sede della Regione di Udine, con alcuni amministratori locali e categorie economiche. "Rimaniamo decisamente sorpresi da questa presa di posizione" - prosegue Moretuzzo - "dopo che in più occasioni l'assessora ha dichiarato che fosse necessario attendere le evidenze tecniche per capire quale fosse la scelta migliore. Per questo da ben tre mesi abbiamo chiesto la convocazione di un'audizione nella Commissione consiliare competente, in cui discutere delle diverse proposte e soprattutto audire i tecnici coinvolti, visto che nell'audizione precedente tutti i soggetti coinvolti hanno sostanzialmente escluso l'ipotesi del traforo, sostenendo invece l'opportunità di realizzare una variante di valico, più rapida e molto meno costosa". "Davanti alle dichiarazioni di Amirante ci sono alcune domande urgenti che necessitano di una risposta - evidenzia l'esponente autonomista -: quali sono i pareri tecnici che hanno determinato questa scelta? Qual è la posizione delle istituzioni carinziane rispetto al tunnel? Chi pagherà l'opera, visto che l'eventuale finanziamento della Banca europea degli Investimenti andrebbe comunque restituito? Che tempi sono previsti per la realizzazione del traforo? Chiediamo che la Commissione consiliare venga convocata prima possibile per dare risposta a questi quesiti che nei comunicati stampa ufficiali sono accuratamente evitati". "Mi sembra evidente un dato, squisitamente politico - afferma Moretuzzo -: l'assessora Amirante ha capitolato davanti alle pressioni del vicepresidente del Consiglio regionale Mazzolini, mettendo in difficoltà quegli stessi esponenti di Fratelli d'Italia in Carnia che su questo tema hanno sempre chiesto grande prudenza". "Per parte nostra rimaniamo convinti che questo modo di procedere ritardi, ancora una volta, l'individuazione di una soluzione rapida e sostenibile, dal punto di vista economico, sociale e ambientale, che affronti in modo serio un problema che sta mettendo in seria difficoltà la Val del But". Così, ancora nella nota, Denis Baron, componente del Direttivo regionale Patto per l'Autonomia e referente per l'Alto Friuli. "Mentre il territorio attende risposte concrete, si persevera con la linea dei comunicati e dei proclami, con un consigliere regionale che. dopo aver annunciato tre possibili trafori montani in soli 2 anni (ricordiamo la Mauria e Paularo), si sovrappone di fatto alle valutazioni della Giunta e dell'assessore competente. Senza pregiudiziali - conclude -, non si può che constatare finora una scarsa aderenza al reale". ACON/COM/sm