VIGILI DEL FUOCO. CAPOZZI (M5S): OK A NOSTRO ODG SU BIOMONITORAGGIO

(ACON) Trieste, 30 lug - "Una tutela doverosa e massimo livello di attenzione sempre rivolto alla salute umana, particolarmente dovuto a chi opera in condizioni di rischio personale e, talvolta, alle prese con un'attività di volontariato. Accogliamo perciò con grande soddisfazione il recepimento da parte della Giunta regionale dell'ordine del giorno da noi presentato e finalizzato al biomonitoraggio Pfas del personale coinvolto nelle operazioni antincendio". Lo evidenzia, attraverso una nota stampa, la consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), che ha ottenuto l'impegno dell'Esecutivo del Friuli Venezia Giulia "a intervenire presso gli organi competenti, affinché venga previsto un biomonitoraggio, su base volontaria, sui livelli di Pfas nell'organismo dei Vigili del fuoco professionisti e volontari, anche in quiescenza". L'istanza pentastellata prevede inoltre "un'attivazione a livello ministeriale affinché i suddetti biomonitoraggi vengano inclusi all'interno del perimetro previsto dalle visite periodiche previste dalla Medicina del lavoro, nonché l'avvio di tutte le azioni che consentano il riconoscimento dei parametri Inail. L'obiettivo è quello di garantire ai Vigili del fuoco lo status di categoria di lavoratori sottoposti a impieghi altamente e particolarmente usuranti, nonché invalidanti". "La nostra richiesta - dettaglia Capozzi - prevede altresì l'opportunità di avviare, attraverso gli enti del Sistema sanitario regionale, un biomonitoraggio umano volontario di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) e loro derivati, per la sorveglianza sanitaria e la determinazione della concentrazione dei biomarcatori da esposizione sui corregionali coinvolti in operazioni antincendio". "Una ricerca appurava già nel 2017 - sottolinea la rappresentante del M5S - che gli operatori assorbono attraverso la pelle sostanze chimiche nocive, compresi gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), subendo gravi conseguenze a livello di incolumità. Le divise dei Vigili del fuoco specializzati presentano una composizione di diversi strati pensati per difendere la pelle dalle fiamme, dalle sostanze tossiche e dai fumi. Per essere efficaci e svolgere il loro ruolo protettivo, inoltre, i completi anti-fiamma devono essere costruiti con materiali resistenti al fuoco. Quelli in dotazione al corpo nazionale dei VvFf possono contenere teflon e altri Pfas, ma nelle attività antincendio può essere coinvolto anche personale del Corpo forestale regionale o i volontari della Protezione civile, a loro volta dotati di dispositivi antincendio contenenti potenzialmente Pfas". "Appare necessario - conclude Capozzi - attivarsi nei confronti del ministero dell'Interno per incaricare la direzione centrale per la Salute e il benessere del personale di produrre uno studio accurato sul tema Pfas, finalizzato alla comprensione della problematica. Urge anche un monitoraggio su base volontaria di un campione di Vigili del fuoco, anche volontari e in quiescenza, per poi estenderlo a tutti i lavoratori del settore, giacché chi interviene in operazioni antincendio ha un rischio del 29% maggiore di contrarre il cancro rispetto al resto della popolazione". ACON/COM/fa