(ACON) Trieste, 25 lug - "Il Documento di economia e finanza
regionale (Defr) è, come evidenziato anche dal presidente
Massimiliano Fedriga, uno degli atti strategici di pianificazione
economico-finanziaria della Regione perché permette di
comprendere gli obiettivi che la Giunta regionale intende
conseguire nel 2026", parola del relatore per la maggioranza
Markus Maurmair (FdI), con l'Aula che ne ha approvati i contenuti
a chiusura della tre giorni dedicata alla manovra di bilancio
d'assestamento estivo: 28 sì del Centrodestra e 19 no delle
Opposizioni, nessun astenuto.
Più precisamente, l'Assemblea ha accolto la proposta di
risoluzione allegata alla relazione di Maurmair con cui si
impegna la Giunta "a perseguire le linee programmatiche
individuate nel Defr 2026 favorendo e incentivando gli
investimenti ritenuti più idonei a promuovere il sostegno dei
settori ritenuti più strategici per rilanciare l'economia
regionale anche attraverso l'utilizzo delle risorse che verranno
messe a disposizione della Regione dal Pnrr e dai Fondi Ue".
L'opinione dei due consiglieri per la minoranza, Andrea Carli
(Pd) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), è stata differente.
Il primo ha citato dati statistici, sottolineando un Pil che
cresce troppo poco e così anche l'economia; oltre 900 milioni di
euro non spesi nelle casse degli enti locali; nanismo delle
imprese; rivitalizzazione dei borghi e dei negozi di vicinato;
progetti di welfare territoriale; montagna che si spopola e
bisogno di fornire maggiori servizi più che bonus a pioggia;
nessuna attenzione al Tagliamento e poca al rischio
idrogeologico.
"Nella parte di analisi, il Defr è diventato un documento
celebrativo e apologetico, utile per una narrazione
propagandistica", è stato il giudizio lapidario di Honsell, che
ha spiegato come "si continui a guardare a chi sta peggio, ecco
perché sembra che siamo tra coloro che stanno meglio".
Inoltre, a suo avviso "mancano i dati che permetterebbero di
mettere a fuoco le principali criticità: la scarsa attrattività,
per non dire la fuga, di lavoratori ad alto contenuto di
conoscenza da parte delle imprese e la mancanza di integrazione
di quei lavoratori, spesso stranieri, e delle loro famiglie,
impiegati in lavori a basso contenuto di conoscenza. E non c'è
un'analisi approfondita dei fenomeni migratori che riguardano i
giovani. Ci si compiace che le persone con un reddito inferiore
al rischio di povertà, in Fvg, siano solo il 10,1%, dato
sensibilmente inferiore alla media nazionale. Ma stiamo comunque
parlando di oltre 100.000 persone".
ACON/RCM-fc